I robot sono di due tipi e lavorano uno nel reparto di malattie infettive e gli altri sei in quello di Medicina ad Alta Intensità. Essi misurano i parametri vitali dei malati e rispondono alle loro domande.
Sono controllati, a distanza, dal personale sanitario che, grazie a un sistema di videochiamate, riesce a mettersi in comunicazione con i pazienti. I Sanbot Elf, inoltre, evitano ai medici il tempo della vestizione e riducono il consumo dei dispositivi di protezione.
Sanbot riesce a sfruttare al meglio le tre telecamere di cui è dotato oltre ai sensori e agli occhi digitali. I robot Sanbot dovevano essere tra i protagonisti della mostra del Mudec “Robot, The Human Project” mai aperta a seguito del DPCM, cosìcché l’azienda produttrice, la start up veneta Omitech, ha deciso di donarli all’ospedale.
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