A mio parere – continua l’esponente dell’Italia dei Valori – la condotta dei Carabinieri poteva tradursi in soluzioni di intervento di maggiore prudenza e opportunità, al fine di far rispettare le disposizioni di un atto amministrativo, quale il recente DPCM e, si sottolinea, non di una Legge. Il che sta a significare che tale DPCM non può derogare a un testo normativo con valore di legge primaria come i Patti Lateranensi tra il nostro Stato e la Città del Vaticano, nonché alla libertà di culto tutelata dalla nostra Costituzione. Peraltro il fermo del Parroco sull’altare da parte dei Carabinieri è avvenuto su un suolo appartenente ad altro Stato, cioè la Città del Vaticano, il che introduce ulteriori criticità. Ci potevamo attendere dai Carabinieri una diversa condotta volta eventualmente a sanzionare il Parroco al termine della Messa e fuori dalla Chiesa. Di certo, di fronte alle riprese televisive di tale fatto diffuse sui media di tutto il mondo, chi professa la religione cattolica si sente offeso nella sua libertà di culto e le parole di oggi del Papa hanno unicamente avuto lo scopo di frenare la forte irritazione dei cattolici. È stata indubbiamente una nuova occasione perché l’Italia, a causa di un discutibile atto amministrativo come il DPCM, ha fatto la sua brutta figura nel mondo.
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