Piante sarde contro i tumori: le potenzialità
La ricerca sulle piante della Sardegna non accenna ad arrestarsi. E del resto, perché mai dovrebbe?
Nella nostra Isola crescono così tante specie, alcune delle quali esclusive del territorio sardo, che sarebbe un vero peccato non cercare tra esse potenziali alleati della salute.
A tal proposito ha attirato la nostra attenzione una scoperta, co-firmata dalle Università di Cagliari e Bologna, riguardante le potenzialità antitumorali di alcune erbe della medicina sarda. Approfondiamo la questione!
Lo studio
Con l’intervento della Dottoressa Cinzia Sanna di UniCa, che si è occupata di identificare le specie, ben trenta campioni sono stati selezionati e sottoposti a varie simulazioni in provetta.
L’obiettivo era quello di valutare quali effetti potessero avere i loro estratti nei confronti delle cellule tumorali ossee, più precisamente se fossero in grado di arrestarne la moltiplicazione, ucciderle e in che modo.
Dopo aver fatto incubare le cellule con gli estratti, quindi, i ricercatori hanno calcolato la percentuale di cellule vitali (quelle ancora in grado di riprodursi) dopo 24 e 48 ore.
Ma cosa è emerso dalla ricerca?
Ben cinque estratti hanno prodotto effetti significativi sulle cellule tumorali, impedendo loro di completare il ciclo vitale e moltiplicarsi già dopo 24 ore. I maggiori effetti si sono riscontrati alla concentrazione di 100 μg/mL.
Gli estratti più attivi contro le cellule tumorali
I risultati più promettenti sono stati ottenuti con l’estratto di cardo (Cynara cardunculus), che ha ridotto le cellule vitali del 71 % – probabilmente grazie alla cinaropicrina, una sostanza amaricante di cui è ricco.
Seguono a ruota:
- il cardo riccio (Centaurea calcitrapa) con una riduzione del 50 %;
- il corbezzolo (Arbutus unedo) con una riduzione del 44 %;
- il tanaceto (Tanacetum audibertii) con una riduzione del 43 %;
- la salsapariglia (Smilax aspera) con una riduzione del 33 %.
Questi estratti sono risultati ricchi di sostanze sesquiterpeniche, fenoliche e polifenoliche, reputate alla base dei loro effetti.
Come agiscono le piante sarde contro i tumori?
Alcuni di essi, come il tanaceto, aumentano i livelli di p53, una proteina che arresta il ciclo cellulare. In questo modo, le cellule possono riparare eventuali danni al DNA che potrebbero farle diventare cancerose.
Gli estratti di cardo, cardo riccio e tanaceto, inoltre, hanno portato al suicidio le cellule tumorali, come evidenziato dall’aumento di caspasi-3, un enzima coinvolto nella morte cellulare programmata (apoptosi).
Infine gli estratti (tranne quello di corbezzolo) hanno inibito la riproduzione delle cellule endoteliali. Fatto di notevole importanza se si pensa che queste ultime, migrando e moltiplicandosi, possono formare nuovi vasi sanguigni, i quali nutrono e fanno espandere i tumori.
Prospettive per il futuro
Lo studio, dunque, evidenzia gli effetti antiproliferativi in vitro di alcune erbe usate come rimedi popolari per svariati disturbi, dalla cattiva digestione ai dolori di natura reumatica o mestruale.
Benché non siano indicativi dell’efficacia sull’uomo, questi risultati pongono le basi per ricerche più approfondite, nella speranza di trovare altre sostanze che possano aiutare a prevenire o curare i tumori.
Vedremo cosa ne verrà fuori!
Jessica Zanza