Appare dunque davvero sorprendente che Soluzioni si sia rivolta all’Autorità Antitrust per vedere riconosciute le medesime pretese ancora oggetto del contenzioso civile, non ravvisandosi, peraltro, ulteriori esigenze di tutela della concorrenza, oltre alla mera difesa della posizione dell’impresa segnalante, soprattutto trascorsi oltre tre anni dalla cessazione dei fatti contestati.
Per correttezza di informazione, con riferimento alle presunte “clausole contrattuali ingiustificatamente gravose”, Poste rappresenta che i contratti con la società non prevedevano alcun divieto di concorrenza, né clausole “gravose” o di esclusiva; tant’è che la società ha sempre operato in concorrenza con Poste, anche in partnership con altri operatori postali di rilievo nazionale.
Infine si precisa altresì che l’interruzione del rapporto contrattuale tra Poste Italiane e la società è da ricondursi esclusivamente all’aggiudicazione, nel 2017, di una gara a evidenza pubblica assegnata ad altro operatore alle medesime condizioni di erogazione del servizio senza impugnativa da parte di chicchessia a conferma della piena correttezza delle clausole previste nel bando.
Poste Italiane assumerà quale società quotata ogni iniziativa a tutela delle proprie ragioni e dei propri azionisti in ogni sede.