“Rosa Galana” è il canto dedicato a tutti i popoli che combattono contro il Coronavirus. Manuela Mameli lo intona dalla finestra della sua casa, la sua personale rivisitazione ne fa un perfetto manifesto per un atto d’amore contenuto nel brano scritto e musicato da Antonio Pani.
La musica sarda e la Sardegna mi hanno sempre regalato un forte senso di appartenenza – dice la cantante di Triei, alla fine della sua quarantena fiduciaria, di ritorno dalla Russia. – Un legame che si è fortificato durante queste esperienze di distacco fisico e di paura in cui ho sentito maggiormente di essere parte della mia terra.
Di questo sentimento Manuela ha voluto ornare la sua dedica a tutti i popoli. “Rosa Galana” ha preso forma con naturalezza dalla finestra della sua casa, per arrivare al cuore di tutti, per dire che ce la faremo.
La giovane interprete moderna della tradizione sarda l’aveva già cantata sui social; il video ha raggiunto in poche ore le 130mila visualizzazioni.
La canzone del maestro Pani è stata di grande ispirazione. Al rientro dalla tournée internazionale, che l’ha vista impegnata dapprima in Cina per un importante ingaggio nel Jazz club di Shangai, Manuela rivolge un pensiero alla provincia dello Zhejiang, anch’essa la sua casa:
La Cina è una terra che amo e che mi ha accolta come una figlia e in cui sarei dovuta rimanere fino alla fine di febbraio – dice l’interprete ogliastrina che ha dovuto osservare la doppia quarantena – ma per la grande emergenza del Coronavirus abbiamo bloccato i concerti. Sono stati dei giorni di grandissima paura, non sapevamo se saremmo riusciti a tornare a casa. I voli venivano cancellati e, anche dopo avere prenotato il viaggio, non avevamo la certezza assoluta di poterci imbarcare.
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Alla tournée, interrotta a causa dell’improvvisa epidemia di Covid-19, è seguito un nuovo ingaggio come jazzista per una serie di concerti nelle filarmoniche di diverse località della Federazione Russa, della Siberia e della Crimea, accompagnata da un trio jazz russo, quando ancora il Coronavirus non colpiva l’Europa. Alla conclusione del programma di concerti con i grandi classici del bebop, dell’hard bop e delle sue composizioni originali in lingua sarda, la coincidenza della chiusura dei voli aerei per l’emergenza Covid che aveva raggiunto l’Italia.
Hangzhou, che Marco Polo descrisse come “la città più bella ed elegante del mondo” è una delle tante “case” di Manuela.
La Cina e il suo meraviglioso e vivace intreccio di modernità e tradizione mi fanno sentire a mio agio, ma la musica per me è il luogo in cui posso dedicarmi al mio desiderio di far dialogare tra loro i due universi musicali che sono il cuore della mia attività: il jazz e le melodie della mia terra. Sì, ho avuto paura di non poter tornare nella mia terra, ho lasciato in Oriente tanti cari amici che già vivevano nella sofferenza comune ma mai avrei pensato di arrivare in Italia e dopo poco tempo, ritrovare anche qui, una situazione di dolore molto simile. Sono giorni difficili, la musica è per me il balsamo dell’anima, continuiamo a coltivare la bellezza dello stare in famiglia e con le persone care che sono i nostri fiori per superare questo momento delicato per tutti noi.
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E proprio per chi è lontano dalla sua casa, a chi è in prima linea e chi non può stare accanto a chi ama, è andato il primo pensiero di Manuela. La chitarra e la sua voce hanno amplificato il sentimento, una volta spalancate le finestre della casa.
Rosa Galana è fiorita dal davanzale, è risuonata nell’ossequioso deserto delle strade di Triei. La musica e il suo potere collettivo, la canzone è diventata il simbolo, un fiore da porgere a chi combatte dalla propria casa, a chi lotta in corsia e a chi non ce l’ha fatta.
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