La celebrazione de “Sa die de sa Sardigna”, dal momento della sua istituzione il 14 settembre 1993, ha rappresentato momento di riflessione e di coesione per tutto il popolo sardo, un giorno in cui riscopriamo e abbracciamo ancor di più la nostra identità e orgoglio.
Quest’anno tali significati sono amplificati dalla situazione che stiamo vivendo.
La battaglia che stiamo portando avanti oggi non si combatte con armi in spalla su strade polverose e sterrate, trova però di fronte a se un nemico ancor più subdolo poiché invisibile.
Il ricordo del coraggio che ha guidato i nostri avi in quelle gesta di protesta e ribellione contro uno stato accentratore e sordo dinnanzi alle richieste del suo popolo deve essere quest’oggi per noi il baluardo da seguire per riprendere in mano il nostro futuro e rimettere noi stessi al centro delle decisioni più importanti per la nostra terra. Il governo nazionale prosegue ciecamente a considerare univocamente tutto il territorio italiano, mostrando, per l’ennesima volta, la sua incapacità di riconoscere e rispettare le esigenze e le peculiarità di ogni singola terra.
Oggi come allora rimarchiamo il nostro bisogno di autonomia, oggi come allora rivendichiamo il nostro desiderio di rivalsa e di riscatto consapevoli che il percorso sarà lungo, ma altrettanto coscienti che la nostra gente è ben temprata e non si arrende.