Quest’oggi le società di Serie A, riunite, hanno deciso di quantificare l’ammontare delle trattenute sugli stipendi dei giocatori, allenatori e tesserati della prima squadra. Nel caso in cui si dovesse tornare in campo il club tratterebbe un sesto della retribuzione annuale lorda, mentre in caso contrario si arriverebbe ad un terzo della retribuzione lorda.
Questa è dunque la base da cui inizierà la trattativa di ogni singolo club con i propri calciatori, che troveranno un accordo interno.
“Il contesto sopra descritto richiama tutti ad un atto di forte responsabilità|…|la Lega Serie A ha deliberato oggi, all’unanimità con esclusione della Juventus che ha già raggiunto un accordo coi propri giocatori, una comune linea di indirizzo per contenere l’importo rappresentato dagli emolumenti di calciatori, allenatori e tesserati delle prime squadre. Questo intervento, necessario per salvaguardare il futuro dell’intero sistema calcistico italiano, prevede una riduzione pari a 1/3 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 4 mensilità medie onnicomprensive) nel caso non si possa riprendere l’attività sportiva, e una riduzione di 1/6 della retribuzione totale annua lorda (ovvero 2 mensilità medie onnicomprensive) qualora si possano disputare nei prossimi mesi le restanti partite della stagione 2019/2020. Resta inteso che i Club definiranno direttamente gli accordi con i propri tesserati“.
L’Associazione Italiana Calciatori, che non è stata coinvolta nelle trattative, non è d’accordo con questa decisione, anzi il vice presidente Calcagno è molto diretto:”Quella della Lega è una proposta vergognosa e irricevibile”
E’ dello stesso avviso il presidente Tommasi: “Voler riversare sui calciatori l’intero eventuale danno economico, è un fatto che preoccupa”.