La giornata è stata istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite con la risoluzione n. 55/201 del 20 dicembre del 2000, per celebrare la Convenzione sulla diversità biologica adottata il 22 maggio del 1992 e per promuovere la consapevolezza globale delle problematiche connesse alla biodiversità.
La diversità è una ricchezza. In natura essa consiste in una varietà di ecosistemi che ospitano una varietà di interazioni tra specie animali e vegetali, ognuna delle quali è, a sua volta, caratterizzata da una varietà genetica.
Oggi sappiamo quanto le conseguenze della continua perdita della biodiversità pesino in termini sanitari, sociali ed economici sull’intera umanità.
Secondo il rapporto del WWF “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi – Tutelare la salute umana conservando la biodiversità” c’è un legame causale indiretto tra le malattie che oggi minacciano l’umanità ( Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19)) e la perdita di biodiversità determinata dal nostro impatto sugli ecosistemi naturali.
Proprio il 2020 è un anno conclusivo del “decennio delle Nazioni Unite sulla biodiversità” e, per tale occasione, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha convocato un vertice in vista del 15° Riunione della Conferenza delle Parti della Convenzione sulla diversità biologica (COP 15 della CBD) per valutare gli esiti del Piano strategico adottato nel decennio trascorso e individuare le strategie politiche globali post 2020, in ragione degli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Lo slogan lanciato per la Giornata internazionale della biodiversità 2020 è “Le nostre soluzioni sono nella natura” che suona come un monito alla riprogrammazione del futuro in armonia con la natura.
La nostra sopravvivenza e il nostro benessere, infatti, dipendono dalla salubrità e dalla varietà degli ecosistemi del nostro pianeta, ecco perché occorrono atti di responsabilità e responsabilizzazione per trasformare le buone intenzioni in comportamenti attuali, seri e vincolanti.
A tale scopo, il CNDDU invita docenti e studenti a proporre ai Consigli d’Istituto l’introduzione di una normativa regolamentare e negoziale con la previsione di impegni e comportamentali ecosostenibili.
Si propone di integrare il Patto educativo di corresponsabilità con formali impegni di educazione, formazione e tutela ambientale al fine di perseguire gli obiettivi ambientali dell’Agenda 2030 con un’attiva collaborazione tra studenti, scuola e famiglie, inserendo anche nel Regolamento d’Istituto di norme comportamentali che incentivino la cura dell’ecosistema e ne sanzionino i danneggiamenti.
Tendere all’ideale di una scuola ecosostenibile ad impatto zero sull’ecosistema significa dare la possibilità alle comunità scolastiche di diventare soggetti attivi per la biosicurezza.
Il CNDDU rende disponibile sul proprio sito un modello per le scuole e le invita a condividere il Patto educativo di corresponsabilità ambientale (P.E.C.A.) alla mail [email protected] al fine di creare un vero e proprio elenco delle scuole con P.E.C.A.
In questa giornata lanciamo l’hashtag siamo natura – sì amo natura.
#siamonatura