“L’emergenza sanitaria in atto ha evidenziato le numerose criticità dell’istruzione pubblica di ogni ordine e grado. Ma una cosa è certa: la drammaticità della condizione studentesca, dovuta alla difficoltà di accesso ai percorsi di formazione e al proseguimento di quelli già avviati, non è iniziata con il Covid, ma ben prima”, denuncia Deriu. La Sardegna, infatti, risulta ancora oggi gravemente colpita da due fenomeni considerati come una vera e propria piaga per il contesto educativo e sociale: la dispersione scolastica e l’abbandono scolastico.
“È evidente che la condizione giovanile soffra l’assenza di politiche tese all’abbattimento di dispersione e abbandono scolastico che non possono essere inquadrate in un intervento una tantum, bensì in una programmazione solida e duratura nel tempo, capace di consentire l’accesso dei giovani all’iter formativo e la loro piena realizzazione nella scuola di ogni ordine e grado – prosegue Deriu -.
Lo stesso approccio utilizzato negli ultimi anni per il diritto allo studio universitario deve essere seguito per la scuola: l’abbandono spesso è dovuto all’acuirsi delle condizioni socio-economiche delle famiglie, impotenti di fronte agli ingenti costi dell’istruzione pubblica e lasciate sole. Mentre la dispersione si configura anche nel momento in cui lo Stato e la Regione non sono in grado di seguire con efficacia l’iter formativo degli studenti, possibile solo ed esclusivamente tramite il potenziamento dell’orientamento che oggi appare come un mero compito da assolvere e non come una materia su cui investire, dal principio alla fine del lungo percorso di istruzione dei giovani”.
“Se non interveniamo con celerità i dati tenderanno a peggiorare, soprattutto in seguito all’avvento dell’emergenza sanitaria in atto; l’aumento dei costi socio-economici, individuali e collettivi, e delle disuguaglianze, condurrà una sempre più crescente fetta di popolazione giovanile ad essere socialmente esclusa”, conclude Deriu.