Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, ha criticato il premier Giuseppe Conte nella Giornata Mondiale contro l’Omofobia:
“Leggo una surreale dichiarazione del presidente Giuseppe Conte che chiede addirittura a tutte le forze politiche di convergere su una legge sull’omofobia. Dall’autore di un Decreto Rilancio che non ha riconosciuto nulla alle famiglie con figli, alcune delle quali sono ormai alla fame, ci aspettavamo almeno la decenza del silenzio che poteva far apparire come distrazione quel che invece è una precisa quanto folle inversione logica delle priorità di un Paese. Conte vuole la legge per mandare in carcere chi ritiene che i figli debbano avere una mamma e un papà, non essere comprati da due gay come fossero pacchi Amazon. Conte chiedendo la convergenza politica di tutti i partiti afferma dunque che l’Italia è un Paese omofobo. Bene, il premier sappia che la convergenza del Popolo della Famiglia su queste sue valutazioni non ce l’ha. L’Italia non è un Paese omofobo, noi non siamo omofobi se affermiamo che la definizione di famiglia è quella offerta dall’articolo 29 della Costituzione (‘la famiglia è società naturale fondata sul matrimonio’) mentre dovere del premier è dare attuazione al dettato dell’articolo 31 sulle provvidenze economiche alle famiglie, in particolare quelle numerose, oltre che alla maternità. Chiediamo al Governo di agire sulle priorità reali e concrete, non su quelle che stanno a cuore a qualche suo collaboratore di Palazzo Chigi, sul tema in conflitto di interessi. Chiuda la porta alle lobby piccole e rumorose, caro Conte, e chieda a Padre Pio su chi concentrare le azioni prioritarie del suo Governo”.
Il Popolo della Famiglia Sardegna, indignato per la folle richiesta del presidente Conte, invita quest’ultimo a dialogare con la popolazione sarda. Scoprirà un Popolo di persone tolleranti e sensibili. Questo dovuto anche ai valori cristiani ancora fortemente radicati nella popolazione isolana.
Il premier Conte metta da parte l’ideologia, eviti uscite scomposte come quest’ultima e dia, finalmente, la giusta importanza alle famiglie sarde che si trovano in seria difficoltà, soprattutto in questo periodo emergenziale.
Desideriamo ricordare, infine, che da una vasta ricerca condotta nel 2019 dall’agenzia per i diritti fondamentali dell’UE (Fra) contro i crimini motivati dall’odio e la discriminazione contro le persone LGBTI, risulta che, la percentuale dei gay e delle lesbiche italiane che dichiarano di aver subito discriminazioni e violenze, è molto inferiore alla media europea, così come è ancora ridotta la percentuale di coloro che affermano di essere stati molestati negli ultimi 12 mesi.
Insomma, le violenze legate all’orientamento “di genere” in Italia sono in calo, mentre risultano allarmanti i dati relativi agli episodi di razzismo e, anche gli atti di discriminazione contro gli obesi (a cui si tende non dare alcuna importanza,) sorpassano quelli contro gli omosessuali, ma chissà perché per proteggere i “veri” discriminati, non si fa assolutamente nulla, né a livello culturale, né tantomeno ci si sogna di creare leggi ad hoc per tutelarli (fonte Pro vita e Famiglia).