Approfittiamo della grande esperienza di questo personaggio della gastronomia internazionale e gli chiediamo di esprimerci il suo punto di vista, a proposito dei danni provocati dal Coronavirus al turismo e alla ristorazione in genere.
Ecco cosa ci ha risposto: “Il COVID-19 ha indubbiamente indebolito il mercato della ristorazione, le riaperture saranno lente e con un target più locale che turistico. Tutto questo sfascio provocherà anche una forte riduzione della capacità contrattuale dei pochi e fortunati addetti che saranno chiamati a lavorare nei ristoranti che riapriranno. Per esempio, ipotizziamo quale potrebbe essere la prospettiva per un Cuoco Capo Partita, la paga sindacale, prevede € 1400,00 circa, per 6,40 ore al giorno, ma sappiamo tutti che nella ristorazione, le ore effettive ammontano a una media di 10/12, quindi, suddividendo i € 50 al giorno per le 12 ore di lavoro effettivo, vediamo che la paga oraria, si riduce a € 4,20 all’ora, ammesso però, che ci sia la possibilità di usufruire del giorno di riposo, in caso contrario sarebbero € 3,80 all’ora. Tutto questo, non è assolutamente ammissibile. Il professionista qualificato, è il “motore” dell’azienda di ristorazione. Un qualsiasi operaio addetto alle pulizie, in un’altra tipologia aziendale, guadagna una media di € 10,00 l’ora. Bisogna reagire e dire basta a questo sfruttamento ingiustificato. Il mercato del lavoro nella ristorazione, è vero che ha subito un pesante contraccolpo a causa del COVID-19, ma adesso vogliono sfruttare la “fame di lavoro”, per assumere con “paga sindacale” e far fare sempre più ore, anche perché avranno la scusa che devono impiegare meno personale, con le restrizioni attuali a causa delle piccole cucine, ma a questo punto, allora è meglio che gli Chef vadano tutti a pulire il mondo per qualche euro in più, se non altro daranno un grosso contributo all’ambiente, facendo un orario decente”.
Gian Piero Pinna