davanti allo stabilimento, a Novi Ligure in sciopero ad oltranza dal 19
maggio, per chiedere un intervento del Governo per risolvere una
situazione che di ora in ora sta degenerando e che rischia di far
esplodere una bomba sociale, ambientale e industriale senza precedenti
nella storia italiana. Siamo a un punto di non ritorno, c’è il forte
rischio di non riuscire più a governare la rabbia dei lavoratori”. Lo
dichiara ROCCO PALOMBELLA, Segretario Generale Uilm.
“Già dal luglio scorso – sottolinea il leader Uilm – con la
decisione unilaterale di avviare la cassa integrazione per circa 1.300
lavoratori, la multinazionale ha lanciato il primo segnale
inequivocabile di non voler continuare a gestire gli stabilimenti
dell’ex Ilva. Ogni giorno che passa la situazione diventa sempre più
grave, Governo non perda altro tempo“.
“ArcelorMIttal non ha nessun rispetto degli oltre 10mila lavoratori
italiani – sottolinea il leader Uilm – delle comunità di Taranto,
Genova, Novi Ligure, e strumentalizza in maniera vergognosa la pandemia
per mettere in cassa integrazione 5mila persone e portare nel baratro il
settore della siderurgia italiana”.
“Nell’incontro di lunedì – conclude – chiederemo ai Ministri
Patuanelli e Catalfo di prendere atto che sia il l’accordo del 2018
che il contratto del 4 marzo scorso non verranno mai rispettati dalla
multinazionale. A questo punto bisogna trovare immediatamente una
soluzione, ovvero il ritorno della gestione nelle mani dello Stato per
un periodo di tempo. Contemporaneamente si devono ricercare partner
industriali solidi e credibili non solo dal punto di vista economico,
con la voglia di rilanciare, risanare l’ambiente e ristrutturare gli
stabilimenti salvaguardo tutti i livelli occupazionali e salariali”.