Con l’approvazione della LR 5 del 2020, viene modificata con la lettera f) l’art. 6 della LR 31/98, in cui vengono superate le difficoltà emerse a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale, che aveva impedito l’avvio del Piano degli abbattimenti e la crescita a dismisura delle cornacchie con conseguente incremento dei danni in agricoltura.
Per questo motivo ho inviato, prosegue Cera, All’Assessore della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis, all’Amministratore Straordinario della Provincia di Oristano Luciano Torrente e al Direttore Generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale Antonio Casula, in data 14/05/2020, una nota finalizzata a sollecitare e dare immediata attuazione a tutte le necessarie procedure nella Provincia di Oristano, se- condo le nuove regole introdotte nella LR 5/2020, di cui sono stato tra i promotori.
Difatti con l’avanzamento della primavera e l’approssimarsi della stagione estiva, si è ripresentato l’annoso problema dei danni causati alle colture agricole primaverili ed estive, dalle cornacchie e dalle specie nocive per gli innumerevoli danni alle colture in campo, quali ad esempio meloni, angurie ed or- taggi in genere.
La LR 5 del 2020 autorizza, alle attività di abbattimento, oltre che i proprietari o i conduttori dei fondi, anche loro delegati adeguatamente formati e autorizzati all’abbattimento selettivo delle cornacchie e altre specie nocive, a tutela delle produzioni zoo-agro-forestali ed ittiche.
Il Consigliere Emanuele Cera ricorda che il costante e progressivo incremento della popolazione dei Corvidi determina ingenti danni agli agricoltori della Sardegna creando una vera e propria emergenza ambientale, alla luce del fatto che le cornacchie si cibano oltre che di sostanze vegetali anche di mam- miferi, uccelli, anfibi, rettili e isopodi, rappresentando un fattore limitante delle specie; il consumo da parte delle cornacchie di uova e di piccoli interferisce sul tasso annuo di natalità e di sopravvivenza dei giovani nelle prime fasi di sviluppo delle “specie predate, portando ad un consistente decremento delle popolazioni” e determinando una vera e propria “desertificazione delle specie”; oramai questa specie predatoria occupa a titolo quasi esclusivo, l’ambiente agrario della Sardegna, andando a modificare sensibilmente l’ecosistema del nostro ambiente mediterraneo; “che a causa della mancata attuazione dei piani, la situazione potrebbe ripresentarsi molto velocemente”.
Stante la gravità della situazione, e visti i nuovi strumenti a disposizione, ritengo opportuno che le am- ministrazioni deputate alle necessarie attività, si adoperino per arrivare nei tempi più rapidi possibili per procedere sul campo alle attività di abbattimento e garantire la produzione delle colture primaverili ed estive. In questo modo si intende prevenire i consueti ingenti danni degli ultimi anni, rilanciare le pro- duzioni e la crescita del fatturato degli agricoltori già pesantemente condizionato dalle difficoltà del mercato in questo periodo di emergenza sanitaria.