La prossima data importante per l’Italia è il 18 maggio. Giorno nel quale molte delle attività lasciate ancora chiuse, dovrebbero riaprire i battenti. Dall’11 maggio gli esami dei dati del monitoraggio del ministero della Salute sul contagio da Covid 19 ci illustreranno l’andamento di questa Fase 2 e la reale possibilità di riaprire anche altre attività. Tutto ciò seguendo una differenziazione regionale e rispetto alle linee guida dell’Inail.
Questi i concetti ripetuti ai governatori delle regioni dal ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, durante l’ultima videoconferenza. La crisi economica porta tutti a voler riaprire quanto prima, ma come detto precedentemente, la Fase 2 è molto delicata e se gestita male potrebbe portare ad un nuovo lockdown.
Le direttive nazionali
Molti dei comuni che avevano annunciato di aprire prima della data indicata dal decreto, hanno cambiato la propria posizione. I dati che verranno forniti dopo gli esami fatti dall’11 maggio, frutto del monitoraggio del ministero della Salute sul contagio da Covid 19, potranno fornirci il quadro reale della situazione.
Aprire prima, è vero, farebbe iniziare prima una possibile ripresa economica, che comunque si prospetta complicata. Ma è anche vero che il virus potrebbe iniziare nuovamente a diffondersi velocemente e porterebbe ad un lockdown che questa volta davvero causerebbe la recessione.
Le richieste delle Regioni
Le Regioni chiedono che dal prossimo 11 maggio “possano procedere ad anticipare la riapertura dei settori del Commercio al dettaglio fermo restando la necessaria sottoscrizione dei relativi protocolli di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori”. La richiesta è contenuta nell’ordine del giorno approvato dalla Conferenza delle Regioni e consegnato oggi al Governo.
Le Regioni chiedono entro il 17 maggio, un nuovo Dpcm riguardante i Protocolli per l’individuazione delle misure di sicurezza con le parti sociali a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici in tutti i settori economici. Chiedono inoltre che questo dpcm sia redatto con il coinvolgimento delle Regioni per consentire alle Regioni stesse di procedere autonomamente, sulla base delle valutazioni delle strutture tecniche e scientifiche dei rispettivi territori, a regolare le riaperture delle attività. È quanto si legge nell’odg della Conferenza delle Regioni inviato al governo.