Stavolta è Cadoro a ritirare dal mercato un prodotto: si tratta della zuppa di verdure con legumi e cereali Consilia.
Ci pare ora di avere una parvenza di normalità: e già, perché nell’era del Coronavirus i richiami alimentari sono stati totalmente oscurati dall’emergenza sanitaria.
Non che non ci fossero effettivamente stati casi del genere, ma indubbiamente la pandemia ha oscurato totalmente ogni altra notizia e le testate non se ne sono occupate.
Ora, però, si torna a parlare di richiami alimentari, per questo motivo dicevamo forse la normalità sta lentamente ritornando.
Botulino nella zuppa di verdure con legumi e cereali Consilia
Nello specifico il richiamo di oggi si riferisce ancora a un allarme botulino per un prodotto in commercio. Questa volta l’alimento sotto accusa è la zuppa di legumi e cereali Consilia, prodotta dall’azienda ZERBINATI SRL, con sede dello stabilimento a Borgo San Martino, in provincia di Alessandria alla via Salmazza n° 7.
Nello specifico si tratta della confezione da 620 g del lotto 20-113 con data di scadenza minima del 01-06-2020. I consumatori che fossero in possesso di questo prodotto sono invitati a riportarlo in uno dei punti vendita, che provvederà al rimborso.
Il richiamo è stato disposto, in via precauzionale, per garantire la sicurezza dei clienti che hanno acquistato il prodotto sopraindicato.
Per informazioni, il Numero Servizio consumatori di Zerbinati Srl: 0142-429207.
Perché c’è il botulino nella zuppa?
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, non esclude che l’ingerimento del prodotto gastronomico possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione poiché, nelle tossinfezioni da botulino, l’unica cosa certa è che le spore sono già presenti nel vasetto quando il prodotto esce dallo stabilimento.
Questo può verificarsi perché l’unico trattamento che neutralizza le spore è un riscaldamento a 121°C per tre minuti che le aziende non fanno. A riprova di quanto sia seria la situazione lo dimostra la stessa Zerbinati che consiglia di:
“Scaldare a fuoco vivo fino a inizio ebollizione”.
Portando il contenuto all’ebollizione, infatti, l’eventuale tossina del botulino presente nel minestrone o nella zuppa di verdure viene neutralizzata. Questa sicurezza non si ha invece scaldando la vaschetta a fuoco lento per alcuni minuti. Il problema non è marginale, visto che questi prodotti classificati come REPFED (Refrigerated Processed Food with Extended Durability), ovvero cibi refrigerati pronti all’uso chiamati anche di quinta gamma, sono molto richiesti dal mercato perché non contengono conservanti e sono comodi da usare.
Il consiglio degli esperti
“Tale trattamento termico non è in grado di eliminare le spore dei clostridi produttori di tossine botuliniche eventualmente presenti – precisano dal Centro Nazionale di Riferimento per il Botulismo dell’Istituto Superiore di Sanità – quindi, al fine di garantirne la sicurezza microbiologica, questi prodotti devono essere necessariamente mantenuti in condizioni di refrigerazione per tutta la loro vita commerciale. Infatti, fino a quando le confezioni restano in frigorifero non ci sono problemi, perché le spore non sono in grado di germinare, moltiplicarsi e produrre le tossine. Il rischio si può manifestare quando la catena del freddo viene interrotta durante la vita commerciale del prodotto dalle fasi di post produzione fino alla conservazione domestica. Nonostante la temperatura media dei frigoriferi di casa sia maggiore di quella raccomandata (come emerge da studi effettuati a livello europeo) i casi di botulismo certamente correlati al consumo di questa tipologia di alimento sono rarissimi. In Italia, Paese in cui la prevalenza del botulismo è tra le più alte in Europa, la malattia è comunque rara (circa 20 casi/anno) e quasi esclusivamente correlata al consumo di conserve alimentari di preparazione domestica. Alla luce della situazione ora descritta è assolutamente necessario – continuano gli esperti – leggere attentamente e applicare scrupolosamente le prescrizioni riportate in etichetta in merito alle modalità di conservazione e preparazione. Sarebbe, altresì, auspicabile che i produttori, nello studio dei loro processi tecnologici, considerando anche gli eventuali rischi associati all’inosservanza delle loro prescrizioni, implementassero strategie per ridurre ulteriormente o eliminare il già basso rischio botulismo”.
Prendendo atto di queste considerazioni e notando che alcuni produttori consigliano la conservazione in frigorifero a + 2°C (standard molto difficile da garantire) è vivamente consigliato fare bollire la zuppa o la minestra prima di metterla nel piatto (come indica Zerbinati nelle etichette).
Negli ultimi anni sono stati registrati due casi di botulino proprio su queste zuppe e il motivo è sempre lo stesso, la presenza delle spore nel vasetto confezionato perché le aziende non effettuano l’unico trattamento termico in grado di eliminare tutte le spore del botulino, 121°C per tre minuti.
Un’alternativa valida sarebbe aggiungere alla minestra un additivo come il sorbato di potassio (E 202), ma questo inficerebbe la natura salutistica del prodotto pubblicizzato come minestre senza additivi.
Infine un’ultima nota dell’Istituto Superiore di Sanità consiglia, dopo l’apertura, di conservare la zuppa in frigorifero e di consumarla entro due giorni.