Cassa integrazione bloccata e in ritardo: è caos nelle Regioni
La situazione riportata dall’INPS illustra un’incapacità diffusa delle Regioni di completare l’iter burocratico per lo stanziamento della cassa integrazione, dipingendo una situazione davvero sconcertante.
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La causa dei ritardi nell’erogazione del saldo sarebbe da ritrovarsi nelle Regioni che non avrebbero trasmesso le richieste all’INPS, come conferma anche il consigliere regionale della Lombardia Pietro Bussolati:
“In Lombardia sono 40mila le richieste presentate dalle aziende per la cassa integrazione in deroga ma solo 765 sono state inviate all’INPS”.
In Abruzzo, Campania, Calabria, Puglia e Veneto sono state autorizzate circa il 50% delle pratiche, mentre in Lombardia la situazione è decisamente più problematica. Nonostante siano state autorizzate circa 4.500 domande su un totale di 8.000, il pagamento è stato concluso solo per 40 aziende con circa 60 lavoratori che hanno beneficiato dell’assegno
Una nota di plauso va alla Regione Marche che ha autorizzato 6.075 domande su 5.456 decretate e ha provveduto a pagarne già 3.283 inviando l’assegno a circa 7.000 lavoratori.
Il caso della Sicilia: aperta un’indagine dall’assessorato
La situazione più disastrosa è senza dubbio quella della Sicilia, che a fronte di un sistema imprenditoriale molto folto e colpito duramente dalla crisi vede decretate al momento solamente 1.175 domande di cui solo 945 sono state autorizzate dall’INPS.
L’indennità è stata percepita solamente da 178 lavoratori provenienti da 76 aziende. All’inefficienza della Regione si aggiungono anche dei problemi al sistema informatico regionale che hanno contributo notevolmente ai ritardi ed hanno richiesto il supporto dell’ANPAL.
Il termine ultimo per gestire e inviare le domande all’INPS è stato fissato per il 15 maggio, mentre i pagamenti saranno effettuati non prima della fine del prossimo mese, l’atipicità di questa situazione ha spinto l’assessorato ad aprire un’indagine per comprendere quali siano state le criticità che hanno portato a questi disguidi all’interno della Regione.
Martino Grassi
Fonte: www.money.it