Decreto rilancio: aiuti economici solo per i braccianti, per le colf e per le badanti, ovvero per gli stranieri e non per i poveri italiani, tra cui molti cittadini del Sud.
Noi chiederemo al Governo di integrare nel decreto rilancio “gli invisibili”, i “poverissimi”, i cosiddetti “ultimi”, i quali meritano considerazione e solidarietà.
Prioritario è il recupero di ogni essere umano, anche degli italiani e non solo degli stranieri, garantendogli i soldi necessari per vivere, il lavoro e, quindi, la dignità.
Simone Passanetti
“Lavoratori in nero, clochard, nullatenenti, poverissimi ed emarginati italiani non rientrano nelle categorie sociali meritevoli di aiuto? I poveri sono e rimarranno invisibili per sempre?” si chiedono i Sudisti Italiani, i quali aggiungono: “Queste fasce sociali sembra quasi non meritino neppure una classificazione, una categoria che li rappresenti: la società attuale, perbenista e moralista, quella che giudica, quella che punisce,che decide le regole, le ritiene scarti da buttare nei rifiuti.
Il Governo si è dimenticato di loro e non li menziona neppure nel decreto rilancio.
Aiuti economici solo ai nuclei familiari che devono, però, presentare documenti e fogli e per i braccianti, le colf e le badanti, che sono prevalentemente stranieri, ma non per i poveri italiani, tra cui molti cittadini del Sud Italia, i quali non hanno documenti da presentare per richiedere aiuti economici da parte dello Stato: essi hanno solo bisogno di aiuto. Se chiediamo ad essi fogli da esibire per essere identificati, ci prendiamo ancor più gioco della loro dignità. Bisogna aiutarli senza giri burocratici,in quanto ciò che conta è l’aiuto concreto. Non è più il tempo dei cavilli burocratici, bisogna aiutare e basta.
Noi chiederemo al Governo di integrare nel decreto rilancio “gli invisibili”, i poverissimi, i cosiddetti “ultimi”, i quali meritano considerazione e solidarietà.
Prioritario è il recupero di ogni essere umano, garantendogli i soldi necessari per vivere, il lavoro e, quindi, la dignità. Ciò significa anche abbattere le lobby dell’odio di coloro che discriminano.
I governi che si ispirano ai principi della democrazia non possono più esimersi di essere al servizio degli ultimi, ossia di coloro che l’amara realtà umana rende tali, ma che agli occhi di Dio sono i primi. Occuparsi di loro è il gesto più forte e nobile che ogni società civile, ogni stato, ogni nazione evoluta deve mettere al primo posto tra gli obiettivi della propria agenda politica, di ogni decreto, di ogni azione.
L’uomo al centro di ogni impegno. Così non è mai stato se è vero, come è vero, che la pandemia ha aperto un baratro spaventoso per ogni persona, anche più abbiente, e tale baratro è la povertà, dalla quale è poi difficile sollevarsi,
Perciò chiediamo al Governo di elargire ai poveri, agli emarginati, ai lavoratori in nero, ai cosiddetti ultimi aiuti economici senza “se” e senza “ma, al fine di riammetterli nel circuito economico. Basta con le televisioni che criticano e non sono portavoce di una campagna di sensibilizzazione all’aiuto.
Facile pubblicizzare associazioni di beneficenza che procurano cibo ai poveri, perché si rischia di affidare unicamente alle associazioni di beneficenza l’aiuto e l’impegno per abbattere la povertà, che è compito inderogabile dello Stato. Deve essere lo Stato a tirarsi su le maniche per trovare le soluzioni economiche affinché nessuno sprofondi definitivamente in quella povertà, da cui raramente risalire è possibile.
Il coronavirus ha portato a galla le infinite forme della povertà della nostra nazione, avvolte dal silenzio. E’ emerso tragicamente che l’Italia è pervasa dalla povertà.
Speriamo che non crolli nella disperazione. Moltissimi saranno quelli che, tra qualche mese, rimarranno a casa, senza un lavoro.
Dobbiamo prepararci ad affrontare questa nuova situazione per arginarla e porvi rimedio. Ci appelliamo agli uomini di “Buona Volontà” che rappresentano lo Stato Italiano affinché pongano, sin da subito, in essere le azioni economiche e non solo, necessarie per salvare la popolazione italiana dalla miseria e dal conseguente degrado.
A tal fine chiediamo loro lo stesso zelo, lo stesso amore, la stessa onestà, che guidò l’impegno degli uomini politici che ricostruirono l’Italia dopo la seconda guerra mondiale .
Essi sono la testimonianza viva che l’Italia può rinascere”