La pandemia più pericolosa è la paura. Si trovano untori e nascono colonne infami di manzoniana memoria. Si genera isolamento, facendo fallire progetti di convivenza, con gioia di chi predica odio ed intolleranza.
Il funzionamento della convivenza è un procedimento matematico. Grazie alla docente del serale che me lo fece capire. Popoli, culture, mercanti di armi sono i giocatori. Che possono cambiare le loro decisioni con l’informazione. Gli esiti sono la sconfitta (rifiuto totale, assorbire gli altri, lasciarsi assorbire) e la vittoria (la convivenza). Se questo pianeta, invece di investire in armamenti e guerre lo avesse fatto in viaggi intergalattici e nel tempo, a quest’ora sarebbero realtà. Chi vi dice che altri pianeti non l’abbiano fatto, e non stiano tornando indietro dal nostro futuro per avvertirci di ciò che ci capiterà se continuiamo su questa strada?
Tra chi insegna che si possono abbattere i muri con il dialogo, due persone (in ordine di apparizione nella mia vita, la giornalista scrittrice Giuditta Dembech e il leader buddista Daisaku Ikeda) mi ispirarono l’incontro tra il governo della Repubblica Popolare Cinese e il Dalai Lama.