“È impossibile ad esempio per i gestori farsi garanti delle regole di “distanziamento interpersonale di almeno un metro in tutte le aree comuni” con la “sorveglianza dei distanziamenti minimi da parte del personale incaricato”, così come si legge nel documento adottato proprio ieri.
I gestori non possono farsi carico delle indicazioni contenute nel provvedimento – continua il presidente -, e risulta improponibile effettuare una sorveglianza capillare su tutta l’area del campeggio, che come si sa è molto estesa e racchiude diversi attrattive o servizi.
Per questo, chiediamo che un controllo sanitario che accerti l’assenza del virus venga fatto a monte, magari all’arrivo dei turisti nei porti e aeroporti. In questo modo, stante le buone prassi adottate da ogni singolo turista, si tratterebbe di tutelare sia i lavoratori che gli altri ospiti che vengono in Sardegna e scelgono il campeggio proprio perché di per se permette il rispetto di quei parametri che altrove sono di difficile applicazione.
Trattandosi inoltre di provvedimenti che gravano su una situazione economica già difficile da sostenere, chiediamo il massimo coinvolgimento nelle decisioni che ci riguardano. Convinti che nel riprogrammare la ripartenza, sia necessaria la massima condivisione”.