“Negli anni ’90 – spiegano – c’è stata una stagione denominata Tangentopoli, ovvero un insieme d’inchieste, condotte da parte di varie procure giudiziarie, che rivelarono un sistema corrotto che coinvolgeva politica e imprenditoria italiana. Successivamente sono iniziate campagne di delegittimazione nei confronti dei magistrati che in quelle inchieste ci lavoravano. Noi conosciamo bene la storia di quel periodo, anche perché il nostro partito è nato sull’impegno del pubblico ministero Antonio Di Pietro, uomo di punta alla lotta della Corruzione, che nel 1998 lo fondò. Gli anni passano, ma la Corruzione dilaga sempre di più, passano i Governi ma ancora oggi non abbiamo leggi per arginare questo problema. Noi, in questi anni, abbiamo fatto diverse proposte di legge che dobbiamo constatare mai prese in considerazione. Detto ciò veniamo alla notizia:
“Ennesima inchiesta su appalti pilotati e corruzione nella sanità”, questa volta in Sicilia.
La Guardia di finanza di Palermo, su delega della Procura del capoluogo siciliano, ha eseguito un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di 12 persone, a vario titolo indagate per corruzione in atto di ufficio, induzione indebita a dare o promettere utilità, istigazione alla corruzione, rivelazione di segreto di ufficio e turbata libertà degli incanti. Finiscono ai domiciliari: il direttore generale dell’Asp 9 di Trapani Damiani; il coordinatore della struttura regionale per l’emergenza Covid-19, già Commissario straordinario e direttore generale dell’Asp 6 di Palermo, Candela; il “faccendiere di riferimento” di Candela, amministratore delegato della Tecnologie Sanitarie S.p.A.; il responsabile operativo della Tecnologie Sanitarie; il responsabile operativo per la Sicilia di SIRAM S.p.A. e amministratore delegato di SEI Energia s.c.a.r.l.; il direttore unità business centro sud di SIRA S.p.a., definito dagli investigatori “referente occulto di FER.CO. s.r.l.” e, infine, il presidente del Consiglio di amministrazione di PFE S.p.a.
“Noi riteniamo innanzitutto che la Corruzione sia un cancro da estirpare – sostengono dal partito. – serve un’azione drastica a partire dalla confisca dei beni a corrotti e corruttori”.