Becchi, contro la disinformazione e le fake news che sono apparse in Italia pochi istanti dopo la pubblicazione della sentenza, martedì 5 maggio, ha tradotto il testo, portando alla luce un messaggio diverso, ben lontano dalle informazioni veicolate fino a quel momento.
Un dei passi più importanti recita:
“Gli Stati membri dell’Unione Europea, anche dopo l’entrata in vigore del contratto (Trattato) di Lisbona, restano signori (padroni) dei trattati, e la soglia verso lo Stato federale non è stata oltrepassata“.
Qual è il vero significato di queste parole?
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Quale significato ha realmente la sentenza della Corte tedesca?
«Chi pensava di impostare la propria politica sull’idea che, dopo Draghi, Lagarde avrebbe fatto ancora meglio sbaglia. La Corte tedesca ha detto che Draghi ha sbagliato, e se pensate di fare la stessa cosa ora, addirittura aumentandola, vi sbagliate di grosso»: questo il succo principale della tanto chiacchierata sentenza secondo Paolo Becchi, che aggiunge:
«Sembra quasi che la Corte, in nome del popolo tedesco, si sia voluta vendicare nei confronti di Draghi, che con il QE ha salvato l’euro, e di conseguenza noi – evitandoci il MES, tra le altre cose».
«All’Italia non sembra interessare, mentre la BCE si è allertata, ci sarà una riunione a breve, e anche la Commissione UE si è mossa nell’immediato, smentendo quanto affermato dalla Corte» e condannando il messaggio tra le righe contenuto nella sentenza, che per Becchi è chiaro: la Germania afferma che la propria Corte di giustizia è superiore a quella europea. È come se i tedeschi affermassero: «Abbiamo nostra Costituzione, poi vengono tutte le altre cose».
Il piano della Germania per far accettare il MES all’Italia
Qual è il vero messaggio della sentenza? Per Becchi non ci sono dubbi: « non ci sarà mai per i tedeschi una mutualizzazione del debito ».
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Se proprio volete fare qualcosa, prendete il MES. È questo il messaggio che arriva dalla Corte costituzionale tedesca,
ha tuonato il professore, che aggiunge:
La Germania ci dice di risolvere i nostri problemi come nel 2011 e di non pensare di utilizzare altri strumenti. Quelli che piacevano a Mario Monti vanno bene, quel che ha fatto Draghi no.
«Chi è che non voleva il MES e l’ha bypassato, è stato proprio Draghi», ricorda Becchi, secondo il quale «è lui che ha fatto sì che dopo l’esperienza drammatica della Grecia diversi Paesi, tra cui il nostro, non utilizzassero il Meccanismo Europeo di Stabilità».
Una bomba pronta ad esplodere
Becchi parla di una bomba ad orologeria, “poiché la Corte dà tre mesi di tempo alla BCE per chiarire se gli interventi fatti in passato siano stati proporzionati.
Se BCE dovesse dire che è stato tutto regolare, la Corte costituzionale tedesca dice molto chiaramente che sia il Governo, che il Parlamento e la banca nazionale tedesca si dovranno adeguare alla sentenza. Nell’ultimo caso, quindi, alla banca tedesca sarà fatto divieto di partecipare all’attuazione del Quantitative Easing, fattore che le nega così la sua indipendenza.
Ma non solo: non renderebbe più funzionante come lo è oggi il programma del QE, negando aiuti essenziali all’Italia e non solo, soprattutto nel periodo drammatico che stiamo vivendo a causa del coronavirus.
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