La chiusura al pubblico risponde a precisi obblighi di legge.
Il 31 gennaio il Consiglio dei ministri ha dichiarato lo Stato di emergenza sul territorio nazionale per 6 mesi e quindi fino al 31 luglio. Successivamente, il DPCM dell’11 marzo ha fissato le regole per lo svolgimento in smart working del lavoro pubblico. Ma è soprattutto il Decreto legge n. 18 del 17 marzo a stabilire che il lavoro agile è la modalità ordinaria di lavoro di svolgimento della prestazione lavorativa nella Pubblica amministrazione fino alla cessazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-2019, ovvero fino ad una data antecedente stabilita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
Lo stesso Decreto “limita la presenza del personale negli uffici per assicurare esclusivamente le attività che ritengono indifferibili e che richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza”. E inoltre “qualora non sia possibile ricorrere al lavoro agile le amministrazioni utilizzano gli strumenti delle ferie pregresse, del congedo, della banca ore, della rotazione e di altri analoghi istituti, nel rispetto della contrattazione collettiva. Esperite tali possibilità le amministrazioni possono motivatamente esentare il personale dipendente dal servizio”.
Nel solco delle norme dettate a livello nazionale il Comune ha operato in questi due mesi, assicurando i servizi in presenza per le attività strettamente funzionali alla gestione dell’emergenza e continuando ad assicurare gli altri servizi in modalità smart working. Ne sono prova l’erogazione dei buoni spesa, dei buoni famiglia e dei contributi per il canone di locazione, così come tutte le altre prestazioni assicurate quotidianamente dagli uffici comunali. Il personale del Comune è organizzato (in presenza, tramite appuntamento o con l’utilizzo dei sistemi informatici, del telefono, delle mail e delle videoconferenze) al fine di garantire tutti i servizi.
Le norme che stabiliscono la forma agile come modalità ordinaria di lavoro nella PA e che limitano la presenza del personale negli uffici non sono state modificate dagli ultimi provvedimenti legislativi e sono dunque tuttora in vigore: il Comune di Oristano, al pari di qualsiasi altro ente pubblico, è tenuto ad osservarle.
Tuttavia, l’avvio della Fase 2 dell’emergenza sanitaria coincide con la progressiva e prudente ripresa di numerose attività e anche il Comune di Oristano si adegua con un calendario di graduali riaperture che, in attesa di nuove norme, integra i servizi in presenza con quelli in smart working.