“Le iniziative unilaterali non sono la soluzione. Tanto meno se riguardano annessioni di territorio. Qualsiasi soluzione deve scaturire dal dialogo tra le parti coinvolte e nel pieno rispetto del diritto internazionale. Chiediamo che il Governo faccia valere le ragioni del diritto internazionale.” Così in una nota i deputati in commissione Affari esteri della Camera Pino Cabras (M5S), Laura Boldrini (PD) ed Erasmo Palazzotto (LEU) annunciano il deposito di un’interrogazione sui recenti sviluppi politici in Israele e Palestina.
L’interrogazione, firmata da 12 deputati di maggioranza, chiede al Governo italiano di adottare “opportune iniziative di carattere diplomatico al fine di prevenire un’annessione formale della Cisgiordania e della Valle del Giordano, o parti di esse, e di garantire il pieno rispetto del diritto internazionale generale nonché delle specifiche risoluzioni del Consiglio di Sicurezza”.
Lo scorso 6 aprile il Primo Ministro israeliano Netanyahu e il leader del partito “Blu e Bianco” Gantz hanno infatti raggiunto un accordo sui piani di annessione della Cisgiordania in vista della formazione del nuovo governo sostenuto dalle due parti. Secondo quanto riportato dal quotidiano israeliano Haaretz, l’annessione formale sarà concordata entro il 10 luglio da un comitato congiunto tra Stati Uniti e Israele.
“Una decisione unilaterale, imposta con la forza, in violazione del diritto internazionale e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, non può certo essere la soluzione a un lacerante conflitto che dura da quasi un secolo. Sarebbe un atto dalle conseguenze inimmaginabili anche per la stabilità della regione. Siamo convinti che in Israele prevarrà il buon senso.”
Si riporta di seguito il testo integrale dell’interrogazione a risposta orale.Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Per sapere – premesso che:
il 6 aprile il Primo Ministro israeliano Netanyahu e il leader del partito “Blu e Bianco” Gantz hanno raggiunto un accordo sui piani di annessione della Cisgiordania in vista della formazione del nuovo governo sostenuto dalle due parti;
secondo quanto riportato da Haaretz, l’annessione formale sarà concordata entro il 10 luglio da un comitato congiunto USA-Israele. La proposta richiede ancora l’approvazione formale da parte del Comitato per gli Affari Esteri e la Difesa del parlamento israeliano e poi dall’intera Knesset;
la popolazione di coloni nei Territori Palestinesi Occupati (TPO), compresa Gerusalemme Est, è aumentata dai 125.600 del 1993 (anno degli Accordi di Oslo) agli oltre 630.000 di oggi, con 143 insediamenti e 113 avamposti;
secondo dati delle Nazioni Unite, nel 2019 le autorità israeliane hanno aumentato del 45% le confische di terre e beni e le demolizioni di case rispetto al 2018;
secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA), dal 5 marzo (giorno della dichiarazione dello stato di emergenza COVID-19 nei TPO) al 30 marzo sono state demolite o sequestrate 40 strutture, sfollati 26 palestinesi e colpite in altro modo circa 260 persone. La maggior parte delle demolizioni sono avvenute a Gerusalemme, Ramallah e Betlemme, governatorati con la più alta prevalenza di casi COVID-19;
stando ai dati riportati dalla ong israeliana B’Tselem, dal 2017 al 31 marzo 2020, in Cisgiordania sono state distrutte 313 unità abitative, lasciando senza dimora 1.080 persone, di cui 547 bambini;
nello stesso periodo, sono stati 2.241 gli attacchi di coloni israeliani contro cittadini palestinesi e loro proprietà. Tali episodi sono aumentati del 22% rispetto al 2018 e sono più che raddoppiati rispetto al 2017. l’OCHA ne ha registrato 167 solo nel 2020, di cui 62 dal 5 al 31 marzo;
va anche notato che quest’anno sono stati 60 gli attacchi da parte di palestinesi contro coloni israeliani;
l’organizzazione israeliana per i diritti umani Yesh Din ha rivelato che il 91% dei casi di violenza dei coloni sono stati archiviati senza accusa. Peraltro questi dati riguardano le sole denunce presentate alla polizia israeliana che, secondo alcune stime, costituiscono solo il 5% del totale degli incidenti avvenuti;
buona parte di tali incidenti è legata scaturiscono dalle intimidazioni, minacce e violenza fisica che gli agricoltori palestinesi subiscono quando accedono agli oliveti ricompresi o recintati all’interno degli avamposti dei coloni. Questo fenomeno contribuisce a creare un ambiente ostile per la popolazione locale, conducendo così allo sfollamento delle famiglie palestinesi e all’annessione di fatto delle terre;
nel 2019 sono stati costruiti 11 nuovi avamposti e l’ONU riferisce che, dall’inizio del 2020, quasi 1800 alberi di ulivo sono stati vandalizzati dai coloni israeliani;
in base al diritto internazionale, il governo israeliano ha la responsabilità di proteggere i palestinesi dalla violenza dei coloni, di garantire che vengano indagati gli attacchi violenti e che gli autori siano ritenuti responsabili;
il 22 aprile la Viceministra agli Affari esteri Marina Sereni ha dichiarato che l’annessione della Cisgiordania e della Valle del Giordano sarebbe “un fatto grave”; –
se il Governo non intenda intraprendere opportune iniziative di carattere diplomatico al fine di prevenire un’annessione formale della Cisgiordania e della Valle del Giordano, o parti di esse, e di garantire il pieno rispetto del diritto internazionale generale nonché delle specifiche risoluzioni del Consiglio di Sicurezza;
quali iniziative saranno messe in atto dall’Italia per aiutare le autorità palestinesi nel fronteggiare l’emergenza sanitaria Covid-19;
quali altre iniziative ritiene opportuno intraprendere al fine di garantire il generale rispetto dei diritti umani fondamentali nei Territori Palestinesi Occupati.
FIRME
Pino CABRAS, Laura BOLDRINI, Erasmo PALAZZOTTO, Yana EHM, Vincenza BRUNO BOSSIO, Stefano FASSINA, Sabrina DE CARLO, Mirella EMILIOZZI, Chiara GRIBAUDO, Riccardo OLGIATI, Fausto RACITI, Simona SURIANO