“Come Vescovi interpretiamo questo momento anche come un riconoscimento della fede del nostro popolo credente, che ha sempre desiderato un ritorno comunitario alla celebrazione eucaristica, impedito solo dalla necessità di tutelare la salute pubblica delle persone in un tempo di epidemia devastante. Ora che le condizioni della diffusione del virus sembrano allentarsi, difficile dimenticare chi ha perso la vita a causa del virus, tra i quali anche due sacerdoti.
La notizia della firma nazionale è arrivata nel momento in cui, con il Presidente Solinas, erano state avviate le procedure per anticipare sul territorio regionale la stessa apertura, sulla base di un Protocollo comune. Doveroso quindi mettere in evidenza la sensibilità del Presidente e riconoscergli di aver permesso con la sua Ordinanza del 2 maggio un confronto chiaro e un dialogo proficuo.
È certo che fino ad oggi abbiamo cercato di verificare se fosse stato possibile – anche prima del 18 maggio – la riapertura delle celebrazioni comunitarie. Abbiamo però dovuto prendere atto che le procedure richieste dal Protocollo per il contenimento e la gestione dell’emergenza sanitaria – accesso ai luoghi di culto, misure di igienizzazione, indicazioni da osservare per le celebrazioni – richiedono un tempo che a livello organizzativo ci porterà ad essere pronti solo per il 18 maggio. In quel giorno condivideremo con le Chiese di tutta Italia una riapertura tanta attesa e molto gradita per il nostro popolo”.
Antonello Mura, Presidente della Conferenza Episcopale Sarda