L’area marina protetta del Sinis è fra i tre siti pilota del progetto del WWF “Pescare oggi per domani”. Il progetto si struttura dintorno all’idea di garantire un futuro alla piccola pesca. E lo fa puntando sulla co-gestione. I soggetti parte di un tavolo tecnico ideano soluzioni condivise per il miglioramento della gestione della pesca locale e della situazione dei pescatori.
Si è svolta ieri dalle 18:30 alle 21:30 la videoconferenza organizzata dal Comune di Cabras, con il WWF, l’università di Cagliari e le associazioni di categoria Legacoop, Confcoop, Unicoop e Uecoop.
I partecipanti.
Erano presenti il Sindaco Andrea Abis;
il vicesindaco e assessore alla pesca Alessandra Pinna;
il direttore dell’area marina protetta Massimo Marras;
il professor Sabatini dell’università di Cagliari;
del WWF Mamone, Prato e Sciana;
Mauro Steri di Legacoop;
Antonio Cappai di Confcoop;
Gianni Fanni di Unicoop;
Antonello Cominu di Uecoop;
Stefano Atzei e Aldo Caddeo della società cooperativa Stella Maris;
Gianfranco Poddi, Marco Casula e Sanna della società cooperativa Mare Aperto;
Fabrizio Manca della società cooperativa Mare Pontis;
Alessandro Piscedda della società cooperativa Gran Torre;
Gianluca Atzori della società cooperativa Lo Squalo;
Nicola Castangia della società cooperativa S. Rita;
Pino Sanna e Paolo Sanna della società cooperativa Pescatori Santagiusta
e Pier Paolo Manca della cooperativa Costaverde.
18 mesi di lavori.
La riunione è il punto di arrivo dell’operato di un tavolo tecnico composto dai rappresentanti dei pescatori e dai presidenti delle cooperative, da WWF e organizzazioni non governative di difesa dell’ambiente, dall’università di Cagliari quale componente scientifica e dal Comune di Cabras quale ente gestore.
L’esperienza della co-gestione.
Nei 18 mesi di lavoro la tecnica impiegata rivoluziona il consueto approccio top-down, con cui si calano dall’alto le regole, preferendo l’approccio bottom up di segno opposto, improntato alla cogestione nella progettazione di nuove regole.
L’obiettivo del tavolo tecnico era quindi la redazione di un documento, condiviso ieri, da sottoporre al Ministero dell’ambiente, per regolare la pesca professionale e artigianale all’interno dell’area marina protetta.
Le dichiarazioni del vicesindaco e assessore alla pesca del Comune di Cabras.
“Si tratta del frutto di un lavoro di un anno e mezzo – dichiara il vicesindaco e assessore alla pesca Alessandra Pinna -.
Un lavoro importante di co-gestione, ispirato al progetto pilota del WWF “Pescare oggi per domani”: l’area marina protetta del Sinis è una dei tre siti in cui si svolgeranno le attività.
Abbiamo l’obiettivo comune di proporre una strada alternativa alle strette regole del REO.
Per realizzarlo, al tavolo tecnico hanno partecipato anche cinque pescatori, ognuno espressione di un diverso strumento di pesca.
La scelta è stata motivata dalla necessità di far trovare specifica e piena tutela a ciascuna categoria di pescatori. Nostra priorità è che tutti trovino pieno soddisfacimento nella proposta condivisa.
Del resto, il rispetto delle regole dà garanzia dell’incremento della risorsa, che viene valorizzata in termini di reddito.
Auspichiamo che il vero punto d’arrivo sia il prodotto di un’area marina rigogliosa. Un prodotto di pregio, con un grande valore di mercato. E perché no, accompagnato da una certificazione di qualità!”.
Le modifiche al REO.
Il documento dovrebbe consentire il superamento delle attuali regole vigenti, attualmente incluse nel Regolamento di esecuzione e di organizzazione (REO).
Quest’ultimo contiene disposizioni ritenute unanimemente inadeguate a una pesca che possa definirsi sostenibile.
La sintesi del lavoro svolto con il contributo di tutti i partecipanti al tavolo ha quindi un duplice obiettivo.
Da un lato sono poste a garanzia della sostenibilità ambientale e del rispetto del mare.
Devono essere però al contempo garanzia della sostenibilità della pesca, attività economica fondamentale per il territorio di Cabras.
Le giornate di pesca e il numero delle imbarcazioni.
Nella proposta condivisa si consente la pesca per un totale di 5000 giornate di pesca, a testa massimo 120 giorni all’anno.
Per consentire un controllo sulle giornate di pesca, è stato introdotto perciò un carnet da 20 giornate, dal costo di 25 euro.
“Il pagamento è stato introdotto – dichiara il direttore dell’area marina protetta Massimo Marras – come elemento di controllo della gestione ed esclude qualsiasi finalità di lucro.
I pochi fondi che potrebbero generare i carnet saranno reinvestiti in attività relative alla pesca professionale, in accordo con i pescatori”.
Gli strumenti della pesca.
Attualmente il numero di strumenti è estremamente ridotto, ai limiti della sostenibilità. A fronte della limitazione del numero di giornate di pesca, la proposta contiene un innalzamento del numero degli attrezzi.
Da questo discenderebbe la garanzia di un maggiore reddito per le imbarcazioni.
Ad esempio, per quanto riguarda le reti da posta si introducono premialità per chi decide di impiegare maglie più larghe e quindi di effettuare una pesca più selettiva.
I monitoraggi.
I monitoraggi saranno di due tipologie:
1) l’analisi dello sbarcato in porto;
2) sporadicamente e solo con il consenso dei pescatori, mediante l’imbarco di ricercatori nell’imbarcazioni, ove possibile;
in alternativa il monitoraggio da parte dei ricercatori sarà svolto mediante l’imbarco su un mezzo dell’area marina che seguirà l’imbarcazione dei pescatori.
Le imbarcazioni di lunghezza superiore ai 12 metri.
La proposta di piano di gestione, da sottoporre al Ministero dell’ambiente, prevede una apertura anche alle imbarcazioni storiche, che sono escluse dalla pesca artigianale, perché superiori ai 12 metri.
Dunque, se passasse la proposta, ai pescatori proprietari di questa tipologia di imbarcazioni sarebbe consentito di pescare 40 giornate all’anno.
Il recente ampliamento dei canali di vendita.
Tre cooperative hanno attivato la vendita diretta con consegna a domicilio del pescato, impiegando brizoapp di Legacoop come interfaccia con i potenziali clienti.
I punti di forza della proposta.
- Il piano di gestione è una risorsa dinamica, nasce con regole adattabili in funzione dello stato della risorsa. Le attuali regole si presentano rigide, mentre con la proposta si dà la possibilità di effettuare correzioni in base allo stato della risorsa, sulla base dei risultati del monitoraggio costante.
- L’adozione del sistema di tracciamento – attualmente obbligatorio per le imbarcazioni con lunghezza superiore ai 15 metri – agevola i controlli e manifesta la volontà dei pescatori di essere trasparenti e rispettare le regole.
- La grande difficoltà nei controlli viene superata dalla proposta condivisa di un gps, un sistema di identificazione degli attrezzi.
- Il piano include ulteriori limitazioni nella pesca dell’aragosta e della triglia, a ulteriore dimostrazione della responsabilità dei pescatori e della loro volontà di esporsi ai controlli.
Il passaggio finale.
“Il piano di gestione è stato distribuito immediatamente a tutti i pescatori attraverso le rispettive cooperative – dichiara il direttore dell’area marina Massimo Marras -.
Auspichiamo tutti che nel giro di pochi giorni il percorso condiviso possa trovare il proprio culmine nella comune decisione di invio della proposta al Ministero dell’ambiente”.
Per conoscere il progetto pilota del WWF “Pescare oggi per domani”, è possibile visitare il sito https://www.wwf.it/piccola_pesca.cfm