Da lunghi mesi attesa e desiderata, è finalmente arrivata all’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari la nuova telecamera “all sky” PRISMA.
I compiti di PRISMA
Acronimo di “Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera”, l’ambizioso progetto scientifico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) coordinato dall’INAF di Torino, prevede l’installazione in tutta Italia di una rete di telecamere identiche – una sorta di mini-cupola trasparente che protegge un obiettivo ultra grandangolare – con lo scopo di monitorare costantemente il cielo sia diurno che notturno, 24 ore su 24, in cerca di “meteore brillanti”.
Cosa sono le meteore?
Le “meteore” sono da considerarsi come fenomeni ottici transitori, sono cioè ciò che riusciamo a vedere dell’entrata in atmosfera di un piccolo oggetto vagante chiamato “meteoroide”. Se, dopo la bollente fase di attrito con l’atmosfera, il meteoroide non si dissolve completamente, ciò che ricade sulla terra potrà essere chiamato “meteorite”.
Le classiche “stelle cadenti” sono a tutti gli effetti delle piccole meteore che ogni notte solcano a decine i nostri cieli ma non sono abbastanza grandi da risultare interessanti per il progetto PRISMA, che si occupa di “fireball” o “bolidi”, ovvero meteore che raggiungono almeno la luminosità di Venere e che spesso sono visibili anche in pieno giorno.
Dettagli tecnici
La nuova telecamera prisma dell’INAF di Cagliari è stata installata e collaudata dal team tecnico guidato da Tonino Pisanu che l’ha sistemata, per le prove tecniche, sulla terrazza dell’Osservatorio di Selargius.
Il direttore dell’INAF di Cagliari, Emilio Molinari, commenta soddisfatto:
“Il Campus della Scienza e della Tecnica, che ci è stato messo a disposizione dal Comune di Selargius per la nuova sede nel 2013, sta diventando sempre più un avamposto della frontiera delle nuove tecnologie. La destinazione finale della camera sarà il Sardinia Radio Telescope di San Basilio, dove il cielo è senz’altro più buio a garanzia di immagini più nitide, mentre il controllo e l’analisi dei dati sarà svolto nel nostro quartier generale. Con questo passo avanti il Campus si collega anche con la citizen science, come è avvenuto la scorsa estate in occasione del bolide che, il 16 agosto del 2019, ha attraversato l’atmosfera sopra la Sardegna e molti cittadini hanno contribuito con le loro osservazioni a stabilirne la vera traiettoria. In quell’occasione nessuna telecamera PRISMA, almeno di quelle italiane, riuscì a vederlo, adesso abbiamo aperto un occhio in più”.
La copertura di PRISMA
L’attuale copertura del progetto PRISMA si attesta su una quarantina di telecamere già installate (di cui la grande maggioranza nell’Italia settentrionale) e quasi altrettante in fase di acquisto o installazione. A queste si aggiungono le circa venti attive tra la Francia meridionale e la Corsica.
Nonostante le meteore di grandi dimensioni siano uno spettacolo avvincente non è, tuttavia, tanto la “cattura del momento” ad essere al centro del progetto PRISMA quanto la possibilità di calcolare le traiettorie di questi oggetti per poter recuperare a scopo scientifico eventuali meteoriti cadute sulla Terra, proprio come è successo per la “meteorite Cavezzo”, ritrovata all’inizio di quest’anno grazie alle coordinate calcolate proprio in base ai filmati delle telecamere PRISMA.
L’inaugurazione di PRISMA in occasione dell’Asteroid Day
Il nuovo strumento, già pronto per l’uso, verrà inaugurato il 30 giugno, proprio a ridosso dell’Asteroid Day, la giornata mondiale degli asteroidi ideata dal fisico e rockstar Brian May il 30 giugno 2014 in occasione del 106esimo anniversario dell’impatto, ancora oggi non del tutto chiarito, di Tunguska, in Siberia, dove milioni di alberi furono abbattuti “a raggiera” per l’esplosione di un meteoroide che probabilmente non toccò mai il suolo.
L’Asteroid Day ha come obiettivo la sensibilizzazione della popolazione, ma soprattutto dei politici e dei “decision makers”, sulle potenziali minacce che gli asteroidi possono rappresentare per l’umanità e sulle possibili soluzioni adatte a mitigare questa minaccia.
Anche in questo senso la Sardegna e l’INAF di Cagliari sono già in prima linea in quanto il Sardinia Radio Telescope, proprio sotto la guida del dottor Pisanu, fa parte di numerosi progetti di tracciamento dei detriti spaziali tramite tecnologie radar.
Proprio nel numero di giugno 2020 di Antennas & Propagation (il giornale dell’IEEE, l’associazione ingegneristico-scientifica più grande al mondo) è stato pubblicato un esaustivo articolo scientifico di 14 pagine del team di Pisanu in cui si spiega il grande potenziale di SRT sulla caccia ai detriti spaziali.