Arresti clan Casamonica: la riuscita dell’operazione
I reati, che hanno giustificato l’emissione dell’ordinanza cautelare, sono:
- associazione di stampo mafioso;
- estorsione;
- usura;
- intestazione fittizia di beni.
L’operazione posta in essere questa mattina non è stata semplice. Le intercettazioni e le dichiarazioni di 4 collaboratori di giustizia hanno contribuito alla sua riuscita.
Fondamentale si è rivelata la collaborazione di un membro interno alla famiglia, necessario per poter ricostruire quelle che sono le gerarchie, le dinamiche interne, il modus operandi e le varie attività delittuose poste in essere dal clan.
Queste dichiarazioni si sono rivelate di estrema importanza soprattutto per quello che è il linguaggio sinti utilizzato dai membri del clan, che avrebbe reso estremamente più lunga e complicata l’organizzazione e la riuscita dell’operazione in assenza di un soggetto appartenente al clan.
Arresto clan Casamonica: le parole di Francesco Messina
Intervistato al termine dell’esecuzione delle misure cautelari, il direttore centrale anticrimine della Polizia – Francesco Messina – ha rilasciato le seguenti dichiarazioni.
L’operazione è importante non soltanto per l’aspetto repressivo in quanto tale perché colpiamo il gruppo mafioso dei Casamonica, noti a Roma da tempo e che avevano colonizzato la parte Sud-Est della Capitale e in parte anche i Castelli.
A parte l’aspetto repressivo puro, che ha portato alla contestazione del 416 bis per questi soggetti considerati come appartenenti a un clan di mafia locale, c’è un aspetto importante che è quello patrimoniale perché abbiamo per la prima volta utilizzato un modello operativo che prevede anche l’intervento della Divisione anticrimine accanto alla Squadra mobile e quindi del Servizio Centrale anticrimine accanto allo Sco.
Arresto clan Casamonica: una misura di prevenzione patrimoniale penale
Abbiamo eseguito un sequestro per un ammontare di 20 milioni di euro grazie a una misura di prevenzione irrogata dal giudice competente su proposta congiunta del questore e del procuratore di Roma. C’è un modello operativo nuovo in questa operazione, è la prima volta che si agisce con una proposta congiunta e un sequestro congiunto a Roma.
La proposta di misura di prevenzione patrimoniale riguarda beni immobili, beni societari e oltre 140 conti correnti e ci ha consentito di portare via a questi soggetti ben 20 milioni di euro. Non è una cosa da poco perché se noi attingiamo alla provvista in nero e colpiamo il patrimonio, rendiamo difficile la prosecuzione della vita del clan. Loro hanno bisogno di soldi per mantenere i carcerati, per mantenere le famiglie, per pagare i difensori. Se colpiamo questo noi contribuiamo ad avere dei risultati che sono utili a eradicare il fenomeno, piuttosto che soltanto a neutralizzarlo.
Il sequestro di oggi che non è più soltanto un sequestro penale ma è una misura di prevenzione patrimoniale ci consente di attingere a un patrimonio più ampio di quello che avremmo potuto colpire semplicemente con il sequestro penale. Allo stato dei fatti il sequestro penale sarebbe stato di 10 milioni invece, con questa misura di prevenzione, che si basa sul codice antimafia, siamo riusciti a sequestrare il doppio, 20 milioni complessivamente. La valutazione che si fa non è connessa solamente ai reati consumati ma anche alla pericolosità sociale e all’attualità della pericolosità sociale del gruppo. Questo è il dato innovativo sotto il profilo strategico ed è una cosa che possiamo fare noi della Polizia di Stato perché il potere di proposta ce l’ha il questore.
Il Pm: Roma contro i clan
Anche il PM di Roma, Michele Prestipino, ha rilasciato delle dichiarazioni nel corso della conferenza stampa successiva all’operazione. Prestipino ha sottolineato come l’operazione di questa mattina sia la dimostrazione di un percorso iniziato tempo fa e non ancora concluso. Un risultato che porta il nome della Procura e della Polizia, inarrestabili nel contrastare i clan. Come ha infatti sottolineato il Procuratore privare della ricchezza significa depauperare le organizzazioni della loro forza criminale. Quello di oggi è un provvedimento che porta la firma congiunta del procuratore e del questore.
Fonte: Adnkronos