Il sollecito arriva dal Consigliere regionale dei Riformatori Sardi, Aldo Salaris, che chiede l’intervento del Presidente della Regione e dell’Assessore al turismo.
Le dichiarazioni di Salaris sul charter nautico
Salaris spiega che è arrivato il momento di dare risposte a un settore che in Sardegna coinvolge circa 180 imprese e 3.000 dipendenti e che nel solo segmento del charter delle barche a vela conta oltre 30 società che operano con più di 300 imbarcazioni per un totale che supera i 2.500 posti letto.
Queste ultime sono aziende che garantiscono indotto economico e lavoro a più di 125 dipendenti diretti e 125 indiretti, per un giro d’affari che supera i 27.000.000 di euro nella stagione operativa che va da aprile a ottobre.
«La grave crisi economica causata dalla diffusione del Covid-19 ha costretto il settore del charter nautico a fare fronte a grosse perdite, con l’amara constatazione che il futuro non sarà roseo: si è registrato un forte crollo delle prenotazioni, una quota consistente di disdette, molti contratti sono stati rimandati al 2021 e si prevede un crollo del fatturato di circa il 40%» spiega Salaris.
Come se non bastasse, per i servizi offerti dalle società di charter, l’IVA è passata dall’11 al 22 per cento costringendo gli operatori ad aumentare le tariffe e conseguentemente a non essere più competitivi sul mercato europeo, i cui competitor sono paesi come Spagna, Francia, Grecia, Croazia e Turchia.
«Un aiuto concreto – sostiene il Consigliere dei Riformatori – potrebbe essere quello di integrare le società che operano nel servizio di charter nautico nel settore turismo, di cui ovviamente sono parte importante e dal quale sono escluse per un codice Ateco (77.21.02) che contiene la parola “diporto”, che implica e restringe l’utilizzo dell’unità al solo scopo ricreativo mentre la definizione di turismo è “viaggio e soggiorno a scopo ricreativo”. Senza tale riconoscimento non c’è alcuna possibilità di attingere ad agevolazioni di alcun tipo previste invece per il settore del turismo».