A malincuore, gli organizzatori rinunciano ad un appuntamento che, per quanto fortemente atteso dal pubblico, trova il suo senso più profondo proprio nella modalità di fruizione: la proiezione in alcune tra le più belle spiagge del nostro litorale, impraticabile alla luce delle nuove e necessarie disposizioni di legge in materia di sicurezza. “Il nostro è un progetto site specific che si fonda sul rito collettivo della visione – dice la direttrice artistica Alessandra Sento – Ha un carattere itinerante. E ogni giorno è diverso da quello precedente, perché è il luogo che ci accoglie a compiere questo piccolo miracolo. Non esiste uno spazio platea convenzionale. Sono gli spettatori ad allestirla ogni volta, con le sdraio dello stabilimento che ci ospita, con le spiaggine che si portano da casa. Per noi non è solo un festival.
È qualcosa che assomiglia più ad un’esperienza. Piuttosto che rinunciare a tutto questo e rischiare di snaturare l’idea della quale è figlio, preferiamo saltare un’annualità. Né ci sentiamo pronti per un’eventuale soluzione in assenza di pubblico, in streaming. Stiamo valutando, invece, l’opportunità di una versione autunnale indoor dedicata alla didattica del cinema, compatibilmente con gli scenari che la situazione epidemiologica disegnerà” conclude la direttrice.
Il Festival, tuttavia, continuerà in qualche modo ad essere evocato nelle molte iniziative on line che la Società Umanitaria ha predisposto per le prossime settimane, come i cineracconti, ispirati all’esperienza degli itinerari cineturistici, felicemente sperimentati nelle ultime due edizioni di Cinema delle terre del mare, che cominceranno proprio da domani, 5 giugno, sulle pagine social del Centro.