E’ questo il risultato del dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna. Questo ha analizzato i dati ISTAT sulle esportazioni delle micro-piccole e medie imprese dell’Isola, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 confrontandoli con quelli del 2019.
Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, commenta:
“Siamo molto contenti di questi dati che, per certi versi, ci sorprendono ma che ci fanno vedere in termini positivi il futuro andamento delle vendite sui mercati esteri. Anche se, non dimentichiamolo, sono rilevazioni pre-lockdown. Tutto conferma l’impegno dei nostri imprenditori per l’internazionalizzazione, per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri”.
A livello provinciale, i dati parlano di un exploit del Sud Sardegna con +276,4% rispetto al 2019 e 26milioni di euro di prodotti piazzati all’estero. Segue Nuoro con +14,3% e quasi 8 milioni di euro. In leggero calo il nord dell’Isola (Sassari e Gallura) con un -1% e 22milioni di controvalore venduto. In netto calo, invece, Cagliari (-14,3% e 29milioni di euro esportati) e Oristano (-15,2% e 6 milioni di prodotti venduti).
“Le imprese hanno sempre più “fame” di iniziative sull’export. Quindi è da apprezzare lo sforzo che ogni singola azienda sta facendo anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti occorrono competenze che non tutte le realtà hanno. Speriamo che, passato questo brutto momento di emergenza, con la Regione si possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi sull’internazionalizzazione”.
“Certamente parliamo di quantità e di controvalore ridotti rispetto ad altre realtà italiane. Sono segnali interessanti per le nostre piccole imprese, che tracciano una strada da perseguire con costanza per invertire nel lungo periodo le sorti dell’economia isolana”. “Riteniamo occorra lavorare non soltanto sui settori più maturi per l’export ma anche per la valorizzazione degli altri con importanti potenzialità. Come ad esempio moda e il lapideo. Confartigianato non farà venir meno il proprio supporto e collaborazione per accompagnare le imprese in questi percorsi”. Conclude il presidente.
Analisi Nazionale
Nel I trimestre 2020 in Italia diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa con il -4,8% rispetto al I trimestre 2019. Tale dinamica è peggiore rispetto al -2,0% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 95,5% del totale dell’export – nel periodo e in controtendenza rispetto alla performance del made in Italy di MPI nel I trimestre 2019 che segnava il +3,4%.
In chiave settoriale cresce soltanto l’export dei Prodotti alimentari con il +10,4%, mentre si osservano flessioni in tutti gli altri comparti:
- legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili);
- articoli in paglia e materiali da intreccio segna il -4,7%,
- gli Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) il -6,3%,
- i Prodotti tessili il -6,7%,
- i Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature il -8,2%,
- i Mobili il -9,0%,
- i Prodotti delle altre industrie manifatturiere il -10,1%,
- gli Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili il -10,7%;
- diminuzione anche per i Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati, che rappresentano solo per lo 0,02% delle esportazioni dei comparti di MPI, con il -16,9%.