Contributo a fondo perduto, tante le novità del DL Rilancio: vediamo i requisiti dei beneficiari, gli importi dei finanziamenti, e come fare domanda all’Agenzia delle Entrate. Previste inoltre sanzioni salate nei casi di irregolarità.
Le risposte a tutte queste domande si trovano nell’articolo 25 del DL Rilancio, così come le categorie escluse.
Se, da un lato, i contributi a fondo perduto possono essere richiesti dalle partite IVA, dall’altro i professionisti iscritti agli Ordini e gli autonomi sono esclusi da tale agevolazione.
Inoltre, il DL Rilancio ha semplificato le modalità di accesso al fondo perduto, ma sono previste sanzioni severe nei casi di irregolarità.
Lo Stato ha stanziato come risorse per i finanziamenti a fondo perduto 6.192 milioni di euro per il 2020.
Facciamo una panoramica su tutto quello che riguarda i finanziamenti a fondo perduto in attesa del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate, con cui verranno stabilite le modalità di presentazione della domanda.
Contributo a fondo perduto DL Rilancio: requisiti, importi e sanzioni
- Contributo a fondo perduto: requisiti dei beneficiari
- Soggetti esclusi dal contributo a fondo perduto
- Contributi a fondo perduto: come si calcola l’importo?
- Come e quando fare domanda per il contributo a fondo perduto
- Contributo a fondo perduto: controlli e sanzioni
Contributo a fondo perduto Decreto Rilancio: requisiti dei beneficiari
A dare tutte le informazioni relative ai contributi a fondo perduto è l’articolo 25 del DL Rilancio.
La misura può essere richiesta dai soggetti che hanno subìto danni economici a seguito della crisi sanitaria, se in presenza di determinati requisiti.
In particolare, possono richiedere il contributo a fondo perduto i titolari di partita IVA esercenti attività d’impresa, lavoro autonomo e di reddito agrario:
- con ricavi o compensi non superiori a 5 milioni di euro nel 2019;
- se il fatturato di aprile 2020 ha subito una riduzione del 33% rispetto al fatturato di aprile 2019;
- se hanno iniziato l’attività a partire dal 1° gennaio 2019;
- se hanno il domicilio fiscale o la sede operativa nel territorio dei Comuni in cui lo stato di emergenza per eventi calamitosi era in vigore quando è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria (ovvero il 31 gennaio 2020).
Le ultime due categorie hanno diritto al contributo a fondo perduto anche senza il requisito di riduzione di un terzo del fatturato.
Soggetti esclusi dal contributo a fondo perduto
Come abbiamo visto, ci sono dei requisiti specifici per aver accesso ai contributi a fondo perduto. Questo significa che sono escluse dall’agevolazione le seguenti categorie:
- soggetti la cui attività risulti cessata alla data del 31 marzo 2020;
- gli enti pubblici;
- gli intermediari finanziari;
- le società di partecipazioni finanziarie e non finanziarie;
- le partite IVA che hanno diritto al bonus previsto dal decreto Cura Italia;
- i beneficiari del reddito di ultima istanza;
- i professionisti iscritti agli Ordini.
Contributo a fondo perduto: come si calcola l’importo?
Per determinare correttamente gli importi del contributo a fondo perduto si fa riferimento alla data di effettuazione dell’operazione di cessione di beni o di prestazione dei servizi.
L’ammontare del contributo a fondo perduto è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare del fatturato di aprile 2020 e l’ammontare del fatturato di aprile 2019:
- 20% per soggetti con ricavi o compensi non superiori a 100.000€;
- 15% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 100.000€ e 400.000€;
- 10% per soggetti con ricavi o compensi compresi tra 400.000€ e 5.000.000€.
Il contributo non concorre alla formazione della base imponibile delle imposte sui redditi. L’importo minimo del contributo a fondo perduto in ogni caso sarà pari a 1.000 euro per le persone fisiche e 2.000 euro per i soggetti diversi.
Come e quando fare domanda
Per poter ottenere il contributo a fondo perduto, i soggetti in possesso dei requisiti devono fare domanda all’Agenzia delle Entrate, esclusivamente in via telematica.
La domanda può essere presentata anche da un intermediario abilitato, delegato al servizio del cassetto fiscale dell’Agenzia delle Entrate o ai servizi per la fatturazione elettronica.
Sarà l’Agenzia delle Entrate stessa a definire le modalità di presentazione della domanda, tramite un provvedimento di prossima pubblicazione.
Nel suddetto provvedimento ci sarà anche la data di avvio della procedura telematica: da quel giorno in poi, i soggetti interessati avranno 60 giorni di tempo per presentare la domanda.
L’Agenzia delle Entrate accrediterà l’importo del contributo a fondo perduto sul conto corrente bancario o postale intestato al soggetto beneficiario.
Contributo a fondo perduto: controlli e sanzioni
Alla domanda per ottenere il finanziamento va allegata anche l’autocertificazione di regolarità antimafia: se, da un lato, il DL Rilancio semplifica le modalità di accesso al fondo perduto, dall’altro lato prevede aspre sanzioni nei casi di irregolarità.
Per chi rilascia false autocertificazioni antimafia sono previsti da due a sei anni di reclusione.
In caso di avvenuta erogazione del contributo, l’Agenzia delle Entrate provvederà al recupero delle somme non spettanti, maggiorate dalle sanzioni (dal 100 al 200% dell’importo erogato e non spettante) e gli interessi del 4% annuo.
Saranno Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza a occuparsi delle opportune verifiche.
Nei casi di percezione del contributo in tutto o in parte non spettante si applica l’articolo 316-ter del codice penale, che prevede la reclusione da sei mesi a tre anni, nei confronti di chi consegue indebitamente, per sé o per gli altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalle Comunità europee.
In caso di cessazione dell’attività, l’eventuale atto di recupero è emanato nei confronti del soggetto firmatario dell’istanza: per questo motivo, è tenuto a conservare tutti gli elementi giustificativi del contributo spettante. In questo modo potrà esibire i documenti come prova in caso l’Agenzia delle Entrate decida di richiederli.
Rosaria Imparato
Fonte: www.money.it