Eleviole? è una cantautrice milanese che vive in Toscana, protagonista di Attico Monina a Sanremo si è esibita al Club Tenco per Sa(n)remo senza confini. Innumerevoli le sue esperienze nel panorama musicale italiano. Il disco Dove non si tocca, prodotto da Saverio Lanza è accolto molto bene dalla critica e raccoglie moltissimi voti e consensi come miglior “Opera Prima” al Tenco.
L’album è anche una sorta di road movie per la regia di Claudio Del Monte che offre qualcosa di diverso, di unico, semplice e incantato. Un progetto curato e amato, sicuramente controcorrente, capace di far percepire il mondo da un’angolazione diversa. La voce calda e pulita di Eleonora racconta, infatti, una realtà lontana da ogni omologazione e fa da cornice a ritmi pop leggeri e vibranti, ma anche intensi e nostalgici.
La sua è una musica di grande sensibilità che attraversa i brani con delicatezza e li colora di magia, tanto che l’ascoltatore diventa subito parte integrante di quell’atmosfera sognante, ma mai stucchevole. In Dove non si tocca Eleviole? propone molte cose autobiografiche e molte frutto del suo amore per la poesia, però tutte le canzoni sono intrise di un modo di vedere il mondo che coinvolge e conquista.
L’ascoltatore riflette.
Immagina.
Sogna.
Dieci gocce è il nuovo singolo dell’album. Il video racconta di ragazze allo specchio che si preparano felici per una notte vissuta solo in un sogno, grazie alla “dieci gocce” per dormire. Traspare una femminilità delicata e fragile di fronte alla realtà del momento, tuttavia determinata e consapevole che il mondo tornerà presto alla normalità fatta anche di piccole cose, come prepararsi per uscire.
Un videoclip dolcissimo e colorato che con smorfie, sorrisi, e sfilate davanti allo specchio ci porta lontano da questo periodo particolare per accompagnarci in universo a colori dove tutto è possibile.
Abbiamo incontrato Eleviole? per conoscere meglio lei e la sua musica
Ciao Eleonora e benvenuta
🙂
Chi è davvero Eleviole? e perché la scelta di questo moniker con il punto interrogativo?
È un gioco di parole con il mio nome. E le viole? Che fine hanno fatto le viole? Sono le viole che vedevo sbocciare dal cemento quando da bambina giocavo in cortile, a Milano.
Dove non si tocca è l’album che firma il tuo esordio, un disco colorato di emozioni, dove la forma canzone regala ai brani freschezza e spontaneità. Un viaggio nei momenti felici di una fanciullezza passata, ci racconti un po’ la genesi dell’album?
Dopo gli Ariadineve, una pausa di alcuni anni, l’esperienza all’estero e dopo essermi contaminata con il circo e il teatro sono tornata a scrivere senza nessuna aspettativa. L’ho fatto nel modo più sincero possibile andando a cercare quelli che sono i colori del mio mondo e il mio modo di vedere le cose. Dove non si Tocca è un disco di quelle che amo chiamare filastrocche per grandi.
Ti sei mai sentita sospesa “dove non si tocca?”
Certo. Ed è una sensazione che può avere mille sfumature. Io sono una che si butta a capofitto nelle cose, una che ama rischiare. Per me essere dove non si tocca sa di scoperta, di un tuffo nell’acqua profonda, di aria, di qualcosa che non puoi toccare perché vietata.
Ascoltare questo album è un po’ come fare una carezza al nostro bambino interiore. Immergerci in un mondo in cui gioco e naturalezza convivono serenamente insieme a consapevolezza e disincanto. A quale aspetto della tua anima bambina non rinunceresti per niente al mondo?
Allo stupore verso la natura. Sono innamorata dei piccoli miracoli che la natura ci regala e ne conservo uno stupore immutato. Veder fiorire un tulipano dopo l’inverno o anche solo osservare un animale nel proprio habitat mi fa sempre essere grata verso la vita.
Dieci gocce è il mio brano preferito. Posso dire che il video mi riporta immediatamente al “meraviglioso mondo di Amelie”? Deliziose ragazze allo specchio si preparano per un appuntamento che esiste in un sogno, tra boccacce, sorrisi e vestiti stretti o troppo larghi si muovono spontanee, reali e soprattutto vere. Un’istantanea sulla realtà che ancora non abbiamo scongiurato del tutto, ma anche un invito a prepararci alla vita che, con cautela, ci apprestiamo a riabbracciare. Come nasce l’idea di questo videoclip totalmente al femminile?
Intanto grazie sia per i complimenti sia per la suggestione di Amelie. Ammetto che è anche il mio brano preferito! Era tanto che pensavo di cimentarmi nella regia di un mio video e ho voluto fortemente farlo con le amiche. Questo per dare un taglio reale e allo stesso tempo per alleggerire sia il mio, sia il loro compito, facendo in qualche modo un’esperienza senza troppe sovrastrutture. Il disco intero ha una forte impronta femminile anche grazie al road movie in bicicletta da cui è accompagnato, nato proprio come “impresa al femminile”. È stato un po’ come chiudere un cerchio.
La copertina del disco ritrae un gatto che si sporge da un palazzo guardando giù dove c’è il mare. Cosa vuoi raccontare con questa scelta?
Il gatto in copertina è Vittorio, a cui è dedicata la traccia Caro Vittorio. Simboleggia la voglia di sporgersi ed evadere, di ritrovare la propria naturalezza. Vittorio osserva il mare sotto di sé, pronto forse a tuffarsi, o forse no. Sarà l’ascoltatore a decidere.
Esiste una leggenda francese secondo la quale nei petali delle viole è possibile scorgere il viso della persona più amata. Chi o cosa vedresti nei petali della tua viola?
Non conoscevo questa leggenda ed è davvero bellissima! Nella mia viola forse vedrei il coraggio di andare sempre avanti, nonostante tutto, cercando di essere fedele a me stessa e di mantenere vivi i sogni.
C’è chi canta perché ama profondamente la musica come forma d’arte e chi, invece, lo fa semplicemente per lavoro. Quali le sfumature che “urlano forte” la differenza?
Penso, soprattutto l’urgenza di farlo. L’arte è sempre urgenza, spesso il lavoro è invece più necessità. L’ideale sarebbe riuscire a coniugare le due cose, ma vivere delle proprie canzoni credo sia davvero un miraggio per i più.
Ritorniamo a Dieci gocce. Il brano nasce pedalando per le strade di Milano e così molti altri brani dell’album Dove non si tocca. Come se pedalare liberi di muoversi ovunque, potesse in qualche modo, liberare anche la mente lasciando lo spazio all’essenziale e alla voglia di esprimere ciò che si ha davvero nel profondo. Mi descriveresti il tuo processo creativo?
È esattamente come dici. Il movimento libera la mente e fa sì che mi arrivino le immagini che poi diventano canzoni. Io sono molto cerebrale e portata a una stretta autocensura. Pedalare ha fatto sì che queste immagini fluissero senza difficoltà, senza che nemmeno le cercassi.
Tre canzoni che vorresti fossero parte della colonna sonora della tua vita
Tutte canzoni italiane: Come ogni volta dei La Crus, Pomeriggio d’Asma di Artemoltobuffa e Fuori Piove di Alessandro Fiori. Tutte canzoni malinconiche ma non troppo 🙂
Cosa c’è nel futuro di Eleviole?
Sto scrivendo nuove cose, nel 2021 sperò riuscirò a far uscire un altro disco.
Grazie per esserti raccontata ai lettori di Sardegna Reporter, ti auguriamo ancora tanto successo.
Grazie!
E adesso prendiamoci un momento tutto per noi, allontaniamoci dai soliti cliché e coccoliamoci un po’ con Dieci gocce di Eleviole?
“DIECI GOCCE”: IL VIDEO SU YOUTUBE
LINK ALL’ALBUM “DOVE NON SI TOCCA”
LINK AL ROAD MOVIE DI “DOVE NON SI TOCCA”
Sabrina Cau