Fdw Porto Torres. I Riformatori chiedono nuove strutture sanitarie per la riorganizzazione della città. L’appello:
«Mai come ora merita un’attenta riflessione la situazione
dell’organizzazione delle strutture distrettuali di vigilanza e di
assistenza sanitaria a Porto Torres» la riflessione è dei coordinatori
cittadini dei Riformatori Sardi Franco Satta e Rossana Carbone.
«Questo è uno dei temi importanti che abbiamo affrontato e che intendiamo
portare avanti illustrando la nostra visione in merito allo sviluppo del
territorio e al futuro assetto economico e sociale della nostra Città –
proseguono. La nostra analisi parte dal presupposto che al momento si
registra la presenza di un servizio di assistenza sanitaria
insufficiente per una delle maggiori città della Sardegna».
Satta e Carbone ritengono sia utile sviluppare a Porto Torres le strutture
elencate di seguito, capaci di erogare servizi a media-bassa intensità
che, in primis, consentano al paziente di non doversi recare sempre a
Sassari e, in secondo luogo, di decongestionare il Pronto Soccorso,
unica porta di accesso per la sanità del nord Sardegna:
i pazienti con problematiche acute a medio-bassa intensità, per le
quali spesso sono sufficienti valutazioni cliniche abbastanza semplici,
associate ad esami strumentali di base.
Valutazioni ed esami eseguibili non necessariamente presso Ospedali di secondo livello come quello AOU
di Sassari.
Così come i traumi di lieve entità, ferite da suturare
senza complicazioni, algie muscolari e tante altre lievi patologie
potrebbero essere trattate nel punto di primo soccorso che, oltre alla
presenza H24 di un medico ed un infermiere, potrebbero rappresentare il
punto di svolta per i percorsi veloci (visita oculistica, visita
otorino, visita dermatologica, ecc.).
Attualmente anche i traumi di
lieve entità sono gestiti unicamente dai Pronto Soccorso, per i quali,
trattandosi di patologie a bassa urgenza, rappresentano la principale
causa di intasamento e rallentamento dei dipartimenti di emergenza che
comportano aggravi alla struttura e disagi agli utenti.
Il servizio di radiologia di base, collegato telematicamente con il
Medico Radiologo di un dipartimento centrale radiologico consentirebbe
di avere in città un servizio ad oggi fondamentale che obbliga
quotidianamente decine di portotorresi a viaggi verso gli ospedali
pubblici e privati, con file interminabili e costi nettamente aumentati.
Una connessione poi con il “punto di primo soccorso” consentirebbe a
tutti i piccoli traumi (caviglie, polsi, coste, ecc…) di poter avere
diagnosi di fratture rapidamente ed eventualmente esser inviati
direttamente verso lo specialista ortopedico per il trattamento del
caso, migliorando il percorso di assistenza del paziente e snellendo il
lavoro dei dipartimenti di emergenza.
La residenza sanitaria assistenziale che ha come “mission”
l’assistenza del paziente post acuto clinicamente stabile con bisogni
assistenziali avanzati. Parliamo dunque di una struttura “non
ospedaliera”, ma all’interno della quale è possibile ricevere
assistenza per tutte quelle patologie cronico-degenerative che non
possono esser gestite a domicilio, ivi comprese le patologie oncologiche
nella fase palliativa (posti ad alta intensità assistenziale).
Raramente completamente pubbliche, queste potrebbero essere private
convenzionate e consentirebbero ai portotorresi si ridurre i viaggi
verso strutture quali Sassari, Ittiri o Thiesi dove sono presenti le
uniche strutture capaci di conferire tale servizio.
Il Consultorio Familiare, una struttura sanitaria istituita con la legge
del 29/75, numero 405, attualmente assente a Porto Torres. Si tratta di
un presidio che ha lo scopo di intervenire in sostegno alla famiglia o
del singolo che vi faccia ricorso.
Infatti, ricordiamo che il Consultorio Familiare rappresenta un punto di riferimento per qualsiasi cittadino che presenta un problema o semplicemente si reca presso la
struttura per chiedere un’informazione su un quesito o per sapere come
comportarsi di fronte ad una situazione che non sa come affrontare.
Di questi tempi, considerando il mutamento della nostra società che
presenta una gran parte di popolazione in età avanzata, risulta più
che mai importante restare più vicini e proteggere i più fragili, ed
allo stesso tempo garantire l’assistenza e la consulenza sui problemi
dei minori.
Ambulanza medicalizzata, si tratta di un mezzo di soccorso avanzato con
a bordo un infermiere e un medico, sarebbe utile che la medicalizzata
del 118 non dovesse coprire un territorio così vasto che va da Stintino
a Valledoria.