Stavolta ne ha fatto le spese una creatura di cinque mesi il cui corpicino è stato restituito dalle acque come una bambola in balia delle onde del destino. Ed è qui che siamo tutti chiamati a non voltare la testa dall’altra parte davanti a queste tragedie senza nome e a questi poveri indifesi che sono figli nostri pur non “meritando” l’attenzione dei mass media”.
“In questa occasione di ritrovata, seppur giornaliera centralità conferita alla piaga planetaria dei profughi, auspichiamo il rafforzamento immediato dei corridoi umanitari in tempo di pandemia. Mai come adesso è indispensabile controllare i flussi migratori sia per scongiurare nuove tragedie del mare sia per garantire controlli sanitari adeguati su chi sbarca in Italia quindi in Europa”.
“Fino a quando lasceremo che le acque restituiscano alla nostra cattiva coscienza l’orrore che fingiamo di non vedere?”
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