Massimo Carminati torna in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare.
Per i suoi difensori “una questione di civiltà”, per tutti gli altri l’ennesimo cavillo burocratico di cui la Giustizia italiana è vittima.
Dietro la scarcerazione ben tre rigetti da parte della Corte d’Appello e la strategia della contestazione a catena portata avanti dai suoi legali di fiducia: gli avvocati Cesare Placanica e Francesco Tagliaferri.
La notizia ha scatenato immediatamente molte polemiche dato che le accuse che gravano su Carminati sono gravissime: associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione aggravata, corruzione, turbativa d’asta, falsa fatturazione e trasferimento fraudolento di valori.
Massimo Carminati torna libero
La scarcerazione, ordinata per oggi 16 giugno 2020, arriva dopo l’accoglimento della richiesta da parte del Tribunale della Libertà. Infatti per ben tre volte la Corte d’Appello ha rigettato l’istanza dei legali di Carminati, ma adesso le contestazioni a catena hanno avuto il loro risultato: i termini di custodia cautelare in carcere sono scaduti, così uno dei protagonisti indiscussi di Mafia Capitale torna in libertà.
“Siamo soddisfatti che la questione tecnica che avevamo posto alla Corte d’Appello e che tutela un principio di civiltà sia stata correttamente valutata dal Tribunale della libertà”
Questo il commento degli avvocati Placanica e Tagliaferri che lo assistono da anni.
Il “Nero”, così come era stato soprannominato nell’ambito dell’indagine “Mondo di Mezzo”, abbandona il carcere sardo dopo 5 anni e 7 mesi.
La notizia della scarcerazione arriva dopo la pubblicazione – avvenuta la scorsa settimana- delle motivazioni della decisione della Suprema Cassazione nella quale i giudici della Corte hanno escluso il “carattere mafioso” dei reati a lui contestati: da associazione a delinquere di stampo mafioso si passa ad associazione a delinquere semplice.
Isabella Policarpio
Fonte: www.money.it