Un quadro agghiacciante, quello emerso stamattina in conferenza stampa presso la Procura di Tempio Pausania. Sono stati resi noti, infatti, i dettagli dell’operazione “Cerbero“, che ha portato a galla maltrattamenti sugli animali, evasione fiscale e truffe ai danni dei Comuni.
Operazione “Cerbero”: i dettagli
L’ambientazione di questa triste vicenda è un canile di Olbia, sito in località Pedres, che “ospitava” i cani randagi provenienti un po’ da tutta l’Isola. Il virgolettato in questo caso è d’obbligo, perché in realtà, la struttura di Pedres, era una sorta di campo di sterminio, dove i cani subivano violenze, mangiavano pochissimo – se andava bene, cibo per umani scaduto – e stavano stipati in mezzo al lerciume; di vaccinazioni e cure neppure l’ombra.
Gli animali venivano lasciati morire, se non direttamente uccisi; le carcasse occultate – una è stata ritrovata in una cella frigo – e i decessi mai registrati, affinché l’Associazione di volontariato che gestiva la struttura potesse continuare a percepire i contributi, da parte di 31 Comuni e 2 Unioni dei Comuni, che avevano affidato al canile i loro randagi.
Filmati, sopralluoghi dei Veterinari di Uniss, perquisizioni e analisi della contabilità da parte delle Fiamme Gialle, hanno permesso di scoprire il magheggio. L’operazione si è conclusa stamattina con il sequestro del canile, l’interdizione dalla professione del Direttore Sanitario e della Presidente dell’Associazione, il sequestro dei loro beni personali per un valore di 1,2 milioni di euro.
Ulteriori aggiornamenti sulla vicenda vi verranno comunicati quanto prima.
Jessica Zanza