Oristano fa rivivere nel Web l’antica arte ceramica tramandataci dal Gremio dei figoli, con un progetto nato nell’ambito delle iniziative culturali di MuseoOristano: “Su brugu de is crongioagius”.
La storia dei figoli di Oristano, gli antichi “Alfareros”, quegli artigiani-artisti specializzati nell’arte della lavorazione della ceramica, inizia in epoca lontana, come risulta dallo Statuto dei figoli di Oristano (chiamati anticamente col nome spagnolo di “alfareros”) che risale alla fine del XVII secolo, precisamente al 1692. Lo Statuto, redatto in castigliano e intitolato “Libro de los Capitulos que ha de observar la Maestrança de los Alfareros de este Ciudad de Oristan. Hecho el año 1692.”, recava sulla copertina la Vergine della Misericordia che con il suo mantello celeste proteggeva appunto “los Alfareros” ossia i figoli. Le sue norme operative, approvate dalle Autorità della città e da quelle del Regno di Sardegna, regolavano non solo l’organizzazione del Gremio, ma anche l’amministrazione, le attività professionali e i doveri religiosi dei suoi componenti.
I figoli si mettevano sotto la protezione non solo della Madonna della Misericordia, ma anche della SS. Trinità. Alla Vergine era intitolata una cappella, nota all’epoca come chiesa della Misericordia, ubicata davanti alla cattedrale. Oggi l’edificio di culto, sede dell’antico Gremio dei figoli, è noto con il nome di chiesa della SS. Trinità, oramai sconsacrata (è attualmente la sede del settimanale diocesano L’ARBORENSE).I Gremi in Sardegna furono cancellati nel 1864, aboliti con un decreto del Regno d’Italia. Spariti i Gremi, i figoli fondarono la Società della SS. Trinità, che aveva anch’essa il compito di tutelare l’arte della ceramica. Questa società fu poi sciolta nel 1953, sostituita dalla Cooperativa della SS. Trinità che ebbe però vita breve: durò solo dieci anni. L’ultimo Presidente noto della Cooperativa fu il figolo Giovanni Sanna.
Fino agli anni sessanta del XX secolo, quando ancora erano in attività le botteghe di via Figoli, sede storica dei maestri ceramisti di Oristano, i loro prodotti in terracotta erano esportati in tutta la Sardegna, in Italia e talvolta anche all’estero. La diffusione capillare delle reti idriche, e soprattutto la plastica, hanno poi negli anni quasi del tutto soppiantato l’utilizzo dei contenitori in ceramica nella vita di tutti i giorni. È così che in città moltissime botteghe chiusero i battenti, e gli ultimi testimoni diretti di questa tradizione hanno modificato le loro produzioni, prediligendo le forme più artistiche.In questa nuova fase, l’arte ceramica trovò il suo importante punto d’appoggio nell’Istituto d’arte “Carlo Contini” di Oristano, che nel corso degli ultimi decenni di attività didattica ha formato numerosi giovani artisti, grazie all’impegno di alcuni vecchi artigiani e di capaci docenti, realizzando opere esteticamente innovative, seppure memori di un’antichissima tradizione.
Nel 2003 il Comune di Oristano è entrato a far parte dell’Associazione italiana Città della ceramica che ha messo in rete i comuni di antica e significativa tradizione. Da quel momento la città si fregiò del titolo di “Oristano città della ceramica”, mettendo in cantiere diversi progetti e realizzando manifestazioni come “Il tornio di via Figoli” e “Oristano città museo” che hanno arricchito le piazze del centro storico con alcune installazioni realizzate dai ceramisti della città.
Nel dicembre 2018 è stato inaugurato il Centro di Documentazione sulla Ceramica di Oristano “TERRACOTTA”, ospitato negli spazi dell’Hospitalis Sancti Antoni. Il Centro è nato per volontà dell’Assessorato comunale all’Artigianato e delle Attività produttive che ha affidato all’Archivio Storico di Oristano progettazione, mission e realizzazione.Cari amici, ora, dopo la nascita della Fondazione Oristano, nell’ambito delle iniziative culturali di MuseoOristano, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Oristano, sta per essere avviato il Cantiere culturale “Su brugu de is crongioagius”. Inaugurato domenica 7 giugno, ora gli oristanesi potranno andare alla scoperta delle tracce dello straordinario patrimonio artistico legato ai figoli.
Dalla home page del sito MuseoOristano www.museooristano.it si potrà accede alla sezione dedicata “Cantiere Su brugu de is crongioargius” dove sarà possibile consultare gli approfondimenti, curiosità, materiale fotografico e piacevoli aneddoti.
Come ha avuto modo di spiegare l’Assessore alla ultura Massimiliano Sanna, “Si tratta di un programma di iniziative volte alla valorizzazione, promozione e ricerca del giacimento culturale oristanese legato ai figoli, dalla produzione materiale, al patrimonio demoetnoantropologico, legato ad un’arte e un mestiere che sin dall’età medievale ha segnato non solo l’urbanistica ma l’intera cultura e identità oristanese”. Il Curatore di MuseoOristano Maurizio Casu ha commentato: “Tutti i cittadini oristanesi sono chiamati a contribuire a questo progetto attraverso immagini, testimonianze e ricordi legati ai figoli, alle loro produzioni e alle feste tradizionali di questa antica associazione che così come tutti gli altri Gremi oristanesi, aveva una propria cappella”.
Il progetto “Su brugu de is crongioargius”, che ha appena preso il via, si trasformerà in una importante mostra espositiva e in una successiva pubblicazione, verrà raccolto lo studio dei materiali e l’intero lavoro di ricerca che gli operatori culturali di MuseoOristano realizzeranno in condivisione con la comunità oristanese. Inoltre, il primo mercoledì di ogni mese, verrà presentata una pubblicazione che darà un contributo di carattere storico-artistico legato alla storia di questa antica e rinomata tradizione oristanese. I cittadini che volessero partecipare e contribuire con del materiale al progetto, possono scrivere una mail a: [email protected]. Valorizzare il passato migliora il presente e mette le basi per un futuro migliore.
Mario Virdis