Ospedale “Giovanni Paolo II”, in questi giorni nelle camere delle partorienti sono state allestite delle moderne postazioni, dotate di fasciatoio e lavatoio, che permetteranno di ottimizzare nella struttura gallurese il “Roming in” ed il “Bonding”.
Attraverso la pratica del ” Rooming in” le neo mamma hanno la possibilità di avere il bimbo nella propria stanza 24 ore su 24, occupandosene fin da subito, con la garanzia del supporto degli operatori sanitari, in primis le ostetriche oltre alle infermiere del reparto di Ostetricia e Pediatria.Ospedale “Giovanni Paolo II: nuovi arredi
Il Rooming in è raccomandato da Unicef ed Oms come buona pratica per assicurare una forte ed efficace creazione del legame madre bambino e per sviluppare un efficace allattamento al seno.
“Negare alla coppia madre-figlio questa possibilità può portare a gravi conseguenze, soprattutto legate al mancato inizio di un efficace allattamento al seno.
Non affidando i neonati fin da subito alle mamme si rischia di non essere rispettosi dei ritmi fisiologici di sonno/veglia del neonato nei primi giorni di vita”, spiega Antonio Rubattu, direttore dell’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia di Olbia.
“Inoltre la pratica del rooming in è inserita all’interno dei dieci passi per un efficace allattamento al seno e al fine di assicurare una forte ed efficace creazione del legame madre bambino (bonding), necessario nei primi giorni di vita del neonati al di fuori dell’utero”.
“L’intento di questa Direzione e’ prendersi cura dei propri pazienti, accompagnandoli in percorsi fisiologici in grado di migliorare il loro benessere. E siamo orgogliosi di poter accogliere le neo mamme in una struttura come il “Giovanni Paolo II” ora allestito con arredi funzionali all’implementazione del benessere materno fetale”, dichiara il Direttore della Assl di Olbia, Paolo Tauro.