I due emendamenti al Decreto Rilancio sono stati presentati rispettivamente dall’Onorevole Alessandro Fusacchia (+Europa – Gruppo Misto) e dall’Onorevole Vanessa Cattoi (Lega), relativi a temi sui quali è impegnato il progetto “La salute: un bene da difendere, un diritto da promuovere” e che rientrano nello scenario di una più corretta e puntuale presa in carico dei pazienti cronici, compresi i pazienti con tumore, anche e soprattutto in ottica della fase 3 di convivenza con la pandemia COVID-19 e della successiva eventuale fase “post-COVID”.
L’emendamento 11.03 presentato dall’On. Fusacchia richiede di prevedere che le prestazioni erogate – previa valutazione dello specialista – attraverso i servizi di telemedicina specialistica, nei termini di televisita, teleconsulto e telecooperazione, vengano equiparate, ai fini della rimborsabilità, alle prestazioni erogate in modalità convenzionale (in praesentia). Con questo emendamento si incoraggia in maniera significativa la diffusione dei servizi di telemedicina specialistica consentiti dalle nuove tecnologie, a beneficio della continuità diagnostica e terapeutica dei pazienti che possono pertanto limitare gli spostamenti fisici, inclusi quelli dei caregiver, alle sole occasioni in cui l’operatore sanitario ritenga che la presenza fisica sia necessaria. La telemedicina potrebbe essere una soluzione per evitare i viaggi della speranza e abbattere i costi sociali per i pazienti.L’emendamento 2.46 presentato dall’On. Cattoi, che purtroppo non è stato accolto, riguarda invece gli elementi del percorso terapeutico-assistenziale ‘tradizionale’ e prevede che gli specialisti che seguono pazienti con malattie croniche invalidanti od oncologiche o che comportano deficit del sistema immunitario o che implichino l’impiego di farmaci salvavita alleghino al piano terapeutico individuale di ciascun paziente un vademecum personalizzato sugli indirizzi da seguire in caso di una nuova emergenza pandemica, con indicazioni dettagliate su cure, somministrazione dei farmaci, visite di follow-up e percorsi da seguire in sicurezza all’interno delle strutture sanitarie.
“L’emendamento 2.46 presentato dall’On. Cattoi è stato chiesto in virtù dell’esperienza della fase 1 della pandemia COVID, dove i pazienti oncologici e oncoematologici si sono trovati disorientati e senza indicazioni univoche e chiare – commenta Annamaria Mancuso, Presidente di Salute Donna onlus e coordinatrice del progetto – siamo molto rammaricati del fatto che non sia stato accolto, perché vuol dire che non è stato fatto tesoro di questa esperienza. Siamo fiduciosi per l’emendamento presentato dall’On. Fusacchia, che introduce l’elemento innovativo della telemedicina che, come è stato ben dimostrato in questi mesi di emergenza, rappresenta una risorsa importante che non si può più sottovalutare e che va implementata il più possibile nei percorsi assistenziali, facendo cadere una barriera culturale e organizzativa che persiste da molti anni. Ringraziamo l’Onorevole Fusacchia e l’Onorevole Cattoi per il loro grande impegno e sensibilità”.