Secondo i dati dell’ISS, il 7% dei contagi nazionali è avvenuto all’interno degli ospedali, spesso nelle unità di Pronto Soccorso.
Ad Alghero invece i protocolli stringenti seguiti nel triage hanno permesso al pronto soccorso di scremare i pazienti azzerando il rischio di contagio. Le regole da seguire son state tanto rigide che perfino i parenti dei malati hanno dovuto interrompere le visite.. Infatti solo i dipendenti potevano entrare nelle camere dei pazienti.
Seguendo la cronaca di questa epidemia, durante il lockdown abbiamo imparato che i P.S. sono stati alcuni dei luoghi più colpiti e i professionisti sanitari sono stati fra i più esposti al rischio.
La pressione e lo stress affrontati durante la Fase1 non sono ancora scomparsi.
La gestione intelligente dei cittadini positivi al virus, insieme al tempestivo intervento dell’Amministrazione, l’attivazione del C.O.C. e la collaborazione con il Presidente della Commissione Sanità Christian Mulas, hanno reso Alghero una città sicura. Un’oasi fortunata all’interno di una provincia molto colpita.
Chi oggi, durante la Fase 2 decide di recarsi presso il Pronto Soccorso deve essere il più responsabile possibile. Ci si deve recare presso il P.S. solo per casi di evidente urgenza, dopo aver contattato il proprio medico di riferimento, medici di famiglia ai quali come operatori sanitari chiediamo la massima collaborazione.
Una volta arrivati al Pronto Soccorso è necessario essere muniti di guanti e mascherina e seguire scrupolosamente i protocolli di sicurezza. Soprattutto non bisogna aver paura di raccontare al personale la presenza di eventuali sintomi influenzali. Un covid-positivo che non dovesse mettere in guardia il personale sulla presenza di sintomi espone a rischio la funzionalità dell’unità stessa. Con una serie di problemi a cascata che rendono più difficile l’importante lavoro svolto dal personale sanitario. Tutti gli operatori presenti andrebbero incontro alla quarantena, sottraendo forza al presidio.
Un modo per ringraziare i medici, gli infermieri, gli operatori sanitari e gli operatori della sanificazione che hanno prestato servizio negli ospedali durante questa emergenza e non vanificare i loro sforzi è quindi mantenere alta la guardia e non sottovalutare i rischi che si corrono andando con superficialità nei luoghi più delicati di questa battaglia.”
Queste le considerazioni di Alessandra Erbì, membro del direttivo del circolo Fratelli d’Italia “Azione Alghero”, su Pronto Soccorso e responsabilità durante questa fase 2.