Le analisi statistiche sviluppate dall’Istituto di ricerche economico-sociali (Eures) nella sua indagine “Rapporto sugli omicidi in famiglia” hanno evidenziato come in Italia dal 2000 al 2018 circa 470 bambini, quasi tutti con meno di un anno di età, siano state vittime proprio per mano dei genitori.
La violenza in tutte le sue forme è bestiale e da condannare; quando viene esercitata contro gli inermi deve suscitare sdegno e rifiuto assoluti. Purtroppo quando i “mostri” sono nel luogo più sicuro che conosciamo, la casa, ci si sente davvero impotenti. Eppure la scuola può fare tanto nel cogliere segnali di malessere fisico e psicologico nei piccoli e negli adolescenti: un giovane abusato quasi sempre chiede aiuto quasi sempre in maniera indiretta e spera in cuor suo di essere accolto. Moltiplichiamo la vigilanza e l’impegno di tutto il personale scolastico per monitorare eventuali casi a rischio.
È importante, inoltre, far crescere la consapevolezza dei propri diritti fin dalla più tenera età, in maniera tale che ci si emancipi al più presto e si sappia chiedere l’intervento degli adulti nel momento del bisogno, anche da parte di compagni eventualmente informati su situazioni di coetanei in difficoltà.
Il CNDDU propone di lanciare nella giornata di domani un flash mob digitale lanciando l’hashtag dal titolo #proteggiamoidirittideibambini e discutendo l’importanza della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ONU (Convention on the Rigths of the Child – CRC), approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.