Pronta la riforma del CSM: chi fa politica non potrà più essere membro laico. Continua lo “scandalo Palamara”.
Una misura che servirà a tutelare l’indipendenza della magistratura e scongiurare inopportune commistioni con questioni di interesse politico.
Gli altri dettagli della riforma della magistratura devono essere ancora concordati, tuttavia – considerando la pressione mediatica sull’argomento – si ritiene che in settimana il testo integrale potrebbe approdare in Consiglio dei Ministri. Il tutto sotto la guida del Presidente Mattarella.
Riforma della magistratura: cosa potrebbe cambiare per il CSM
Che il Consiglio Superiore della Magistratura avesse bisogno di una riforma radicale questo era chiaro a tutti fin dalla scorsa estate, adesso potrebbe essere la volta buona.
Le dichiarazioni televisive di Luca Palamara hanno riacceso i riflettori sul caos CSM, e costretto Mattarella a richiedere un intervento rapido e una riforma adeguata a restituire dignità all’organo giudicante.
Così sembra ormai chiaro che chi è politicamente esposto (perché ministro, sottoministro, parlamentare, segretario e così’ via) non potrà più essere eletto tra i membri laici del Consiglio. Il divieto si estende anche ai consiglieri, agli assessori, ai governatori delle Regioni e delle Province autonome e sindaci dei Comuni che superano i 100 mila abitanti.
Un provvedimento che non deve essere interpretato come una “punizione” – ha precisato Mattarella – ma anzi serve a tutelare l’indipendenza della magistratura contro ingerenze esterne e pressioni di ogni tipo.
A cambiare potrebbe essere anche la composizione stessa del CSM: 20 membri togati e 10 laici eletti a doppio turno con ballottaggio con 19 collegi. Attenzione anche anche alle “quota rosa”, tra le 3 preferenze espresse dovrà comparire almeno il nome di una donna.
Salvini chiede a Mattarella di sciogliere il CSM, ma non è in suo potere
Era stato Matteo Salvini qualche giorno fa a chiedere al Presidente della Repubblica di sciogliere definitivamente l’attuale CSM. Peccato però che questo non rientri nei poteri costituzionalmente sanciti: il Presidente della Repubblica ne è membro di diritto e lo presiede, ma non può scioglierlo.
La richiesta di Salvini manifesta evidentemente la preoccupazione in vista del processo per sequestro di persona, slittato ai primi di ottobre. Sarà giudicato in relazione ai fatti accaduti sulla nave Gregoretti.
Quello che preoccupa l’ex vicepremier è la corrispondenza emersa nelle intercettazioni a Palamara, dove il magistrato palesava l’intenzione di “attaccarlo anche se ha ragione”. La paura di Salvini è che le parole di Palamara possano essere condivise anche da altri esponenti del potere giudiziario.
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Fonte: www.money.it