“… Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina…”
È con questa frase, attribuita a Sant’Agostino, che il nonno inizia il suo viaggio in auto con il suo nipotino. Nonno e nipote si spostano dalla città metropolitana di Torino per raggiungere il mare della Liguria.
Inizia una nuova pagina della loro vita e, nel corso del viaggio, si confronteranno sull’uso della tecnologia digitale.
Andrea ha 15 anni, l’uso della tecnologia digitale non ha per lui segreti: è sempre connesso con il suo smartphone.
Il nonno ha 72 anni, si sente ancora molto attivo anche nell’ambito del digitale: è connesso con il suo smartphone. Non sempre, ma abbastanza.
Due generazioni a confronto, un linguaggio lievemente diverso, stessa passione per il web e i social.
Ne nasce un confronto serrato su vocaboli e tecnologie che li porta a discutere nel corso del viaggio su tutto, spesso con pareri molto discordanti.
Nonno, rivoluzione digitale
Io tramite le App leggo i quotidiani, consulto il meteo, condivido con WhatsApp tutto con i miei gruppi di amici. Grazie a queste app sono sempre aggiornato su quanto accade nel mondo. Perché insisti nel dire che sono ancora analogico?
Nonno, per me rivoluzione digitale sono le app, ma tutte quelle che mi fanno sentire in connessione con gli altri: social, giochi. Tu ne hai scaricato 4 o 5 di App e adesso pretendi di sapere tutto? (Andrea).
Andrea, hate speech
Vediamo se sai cosa significa “Hate speech”! Sicuramente non sai che è un incitamento all’odio, spesso di tipo razziale. È uno squallido modo di farsi notare sul web che io, però, non condivido (Andrea).
Hai perfettamente ragione, ma perché non lo pronunci direttamente in italiano? La nostra lingua è cosi bella? (Nonno)
Nonno, smart city
Sai cosa è una Smart City? Anche io, come vedi, uso qualche parola in inglese. Sai, so bene che in inglese una parola può assumere diversi significati e, in questo caso, parlo di città intelligenti e sostenibili. Pensa che è stato istituito un ICity Rank con cui si fa un rapporto nazionale annuale delle città italiane più smart! Sono 6 gli indici con cui si misurano le città:
- trasformazione digitale;
- tutela ambientale;
- mobilità sostenibile;
- qualità sociale;
- capacità di governo;
- solidità economica.
E poi non sai che nel 2019 Milano, Firenze e Bologna sono risultate le città più smart d’Italia. Ma noi a Torino non siamo messi male: siamo al quinto posto!
Ormai si parla di città 4.0, le città devono sfruttare tutte le nuove tecnologie per poter diventare inclusive, digitali e, soprattutto, intelligenti.
Ma, attenzione! Le città devono essere anche green e sostenibili nell’offerta dei servizi sociali e nella mobilità pubblica.
Ok nonno, non te la tirare più di tanto! Sono cose che studiamo anche noi a scuola, cosa credi? (Andrea)
Andrea, sexting e grooming
Che mi dici riguardo a sexting e grooming? Scommetto che questi termini neanche li conosci! Grazie alla rete e a Internet noi ragazzi siamo collegati 24 ore al giorno.
Possiamo sapere tutto e di tutti. Internet non mette solo a disposizione informazioni che ti arricchiscono dal punto di vista culturale e sociale, facilita anche le relazioni sociali. Come sai, noi adolescenti possiamo fare nuove esperienze e giocare con i contenuti messi a disposizione anche per conoscere meglio il nostro corpo…
Certo, magari non conoscevo esattamente questa parole, ma sono a conoscenza delle pratiche rischiose che la rete mette a disposizione.
Io sono sempre più convinto che la scuola dovrebbe prevedere un corso obbligatorio che porti tutti i giovani a prendere un “patentino digitale”. Un corso che vi formi e vi informi adeguatamente sui rischi della rete e che vi insegni a fare un uso corretto del web e dei social. Insegnanti e polizia postale dovrebbero mettere a fattore comune un metodo per insegnare a muoversi nella rete e a riconoscere i rischi a cui ci si può esporre nel suo uso. Il patentino digitale deve essere una cosa seria e voi dovreste obbligatoriamente ottenerlo sostenendo un esame! (Nonno)
Nonno, trasformazione Digitale
Sai, non avevo finito prima il discorso sulle smart city e sulla trasformazione digitale. Dovresti sapere che pure la trasformazione digitale è misurata nelle città italiane. La si può misurare attraverso ben 10 indicatori! Io ne ricordo solo 3: le App messe a disposizione dal comune, il WI-FI pubblico e la trasparenza digitale. Se non ricordo male la città in testa alla graduatoria è Firenze, l’ultima è Agrigento. Anche nella trasformazione digitale, sai, Torino è messa bene: è a ridosso delle prime città.
Va bene, va bene… Ma non credere che poi il WI-FI sia pubblico dappertutto! Ci sono ancora tante zone non coperte, soprattutto in alcune periferie, in molte località di montagna. Adesso lo sai perché io, in montagna con te e la nonna, non ci vengo volentieri… Passo intere giornate a spostarmi per trovare il punto dove c’è la migliore connessione. Rischio di rimanere fuori dal mondo! (Andrea)
Andrea, LOL, BAE, SHOOK, HASHTAG
Vediamo se te la cavi con questi termini, nonno: LoL, BaE, ShooK, HashtaG. Niente da dire, vero?
Ok, ti do una mano.
LOL è l’acronimo di “laughing Out Loud” e vuol dire “ridendo a crepapelle”. Lo usiamo spesso nelle chat online.
BAE lo usiamo per indicare l’amico preferito, il nostro “Before Anyone Else”!
Shook viene usato quando ci si trova di fronte a una situazione che non si sa come affrontare o quando qualcosa di sconvolge, ti spaventa.
HASHTAG nemmeno te lo racconto, se non lo sai, sei troppo indietro!
OK, accuso il colpo basso. Non conoscevo i primi 3 termini, ma l’ultimo sì e non è il caso che ti dica il significato. Una sola osservazione: ma ce la fate voi adolescenti a creare uno slang che adotti parole e acronimi nuovi sì, ma di derivazione italiana? (Nonno).
Nonno, blockchain
Adesso vediamo se nel tuo vocabolario c’è la parola blockchain!
Sai, se ne parla tanto in questi ultimi tempi che alla fine ho comprato un libro per tentare di capirci qualcosa. Sembra si tratti una vera e propria rivoluzione perché è una specie di registro pubblico e decentralizzato che sfrutta la tecnologia «peer-to-peer» per validare transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente.
Ora sono sicuro che mi chiederai cosa si intende per peer-to-peer e per transazione, allora io ti anticipo e te lo spiego.
Immagina una rete in cui ognuno dei computer è collegato e ha, al pari di tutti gli altri, un accesso alle risorse comuni, senza che vi sia un’unità di controllo dedicata. Una rete peer-to-peer è, quindi, una rete che connette i dispositivi tra di loro, senza necessità di passare attraverso un server centrale. Le transazioni invece sono operazioni tra computer costituite dallo scambio di messaggi.
La blockchain consente di validare le transazioni tra due parti in modo sicuro, verificabile e permanente. Ma come avviene tutto ciò?
Ogni transazione lascia una traccia. Il termine blockchain tradotto significa “catena di blocchi”. In buona sostanza un network di computer raggiunge il consenso sulla creazione di un nuovo “blocco” (il blocco comprende tutte le operazioni validate) e si unisce alla catena senza poter essere più modificabile. Si ottiene il risultato che non potranno esserci dubbi su quello che è successo durante il percorso perché non ci sono versioni differenti di uno stesso documento e ogni modifica è trasparente.
Si potrebbe dire che la blockchain è un po’ come il “notaio” ma senza generare costi; è una vera rivoluzione perché non c’è più bisogno di avere a disposizione un unico server controllato da qualcuno, ma tutti i partecipanti ne possiedono una copia, e in qualunque momento possono verificare se è stato modificato un dato, da chi e isolarlo, dato che non coincide con quello originario di cui tutti hanno copia.
Se ne deduce che se ci sarà in seguito la necessità di modificare un’informazione, sarà necessario aprire un nuovo blocco e dichiararlo. Con questo sistema non c’è più la possibilità di corruzione o furto.
Le blockchain possono essere pubbliche, di proprietà di un gruppo di organizzazioni (p.e. un consorzio) o private e, quindi, gestite in quest’ultimo caso da una sola organizzazione.
La blockchain, che sia pubblica o privata, si basa su archivi distribuiti (Distribuited ledger). Le Distributed Ledger Technologies o DLT possono essere definite come un insieme di sistemi caratterizzati dal fatto di fare riferimento a un registro distribuito, governato in modo da consentire l’accesso e la possibilità di effettuare modifiche da parte di più nodi di una rete.
Qualsiasi transazione con i relativi dati è sottoposta a un meccanismo di firma a doppia chiave asimmetrica che, pur non richiedendo certificati rilasciati da enti certificatori accreditati, funziona con un meccanismo simile a quello della firma digitale. Le DLT prevedono l’utilizzo di algoritmi crittografici che abilitano l’utente all’utilizzo del sistema mettendogli a disposizione una chiave pubblica e una privata che viene usata per sottoscrivere le transazioni o per attivare gli smart contract o altri servizi collegati alla blockchain.
il legislatore italiano ha stabilito che uno smart contract, per definirsi tale, deve avere simultaneamente le seguenti caratteristiche:
-
essere un programma per elaboratore;
-
operante su tecnologie basate su registri distribuiti;
-
la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti;
-
sulla base di effetti predefiniti dalle stesse.
Nonno, potevi leggerti un libro di avventura, un thriller o, al limite, un saggio!
Queste letture possono causare incubi notturni, mi auguro che tu le abbia fatte tutte al mattino!
Adesso siamo arrivati al mare e, quindi, ho davvero fretta di verificare se la casa che hai affittato per le vacanze ha un buon wi-fi e poi devo correre al mare! (Andrea)