Bonus baby sitter per il personale sanitario: i soldi sono già finiti
“Apprendo con amarezza ma non certo con stupore – esordisce Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Infermieri Italiani – che le risorse relative all’ormai celebre bonus baby sitter per medici e infermieri sono praticamente al lumicino. Lasciando di conseguenza, a bocca asciutta, ancora una volta, gli interessati. Siamo di fronte all’ennesimo triste pasticcio della politica italiana. Una barzelletta, quella dei fondi per il personale sanitario, che merita una sola reazione: delusione, delusione e ancora delusione. E ancora qualcuno si domanda – sbotta De Palma – perché ci stiamo preparando all’autunno più caldo della storia recente del nostro SSN? Insomma, non ci bastavano i famosi bonus fantasma, quelli che prima appaiono e poi scompaiono, e poi ricompaiono nuovamente dopo una serie di tira e molla, fortemente voluti dalle autonomie regionali ma che poi vengono di nuovo messi in discussione dalla Ragioneria dello Stato. Vero, caro Ministro Boccia?
Chi aveva pensato che il bonus baby sitter potesse risolvere i problemi degli infermieri e degli altri sanitari italiani impegnati nella lotta contro il Covid 19, si sbagliava di grosso.
Pochi, pochissimi i fondi a disposizione, rispetto a una marea di categorie a cui erano destinati. Il risultato? Un calderone di confusione e incapacità, peccato che a pagarne le conseguenze siamo ancora una volta noi infermieri.
Alcune settimane fa denunciai di mio pugno la pochezza di quel decreto appena promulgato, che prevedeva il bonus baby sitter.
Lo feci con un articolo scritto per il Sole 24 ore. Perciò non posso essere sorpreso di fronte a tutto questo sfacelo, ma ovviamente mi sale la pressione pensando all’ennesima presa in giro di cui siamo stati vittime.
Questo uno stralcio significativo di quanto scrivevo meno di due mesi fa – continua De Palma:
“L’articolo 24 c) 3 del DL prevede per i lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria di medici, infermieri, tecnici di laboratorio biomedico, tecnici di radiologia medica e operatori sociosanitari, il bonus per l’acquisto di servizi di baby-sitting per l’assistenza e la sorveglianza dei figli minori fino a 12 anni di età, previsto dall’articolo 23, comma 8, in alternativa alla prestazione di cui al comma 1, è riconosciuto nel limite massimo complessivo di 1.000 euro. La disposizione di cui al presente comma si applica anche al personale del comparto sicurezza, difesa e soccorso pubblico impiegato per le esigenze connesse all’emergenza epidemiologica da Covid-19. Posto che sarà molto difficile per gli infermieri utilizzare il congedo, del quale peraltro non si conosce nemmeno la durata, anche perché in questa emergenza sono stati loro sospesi i congedi proprio per poter garantire l’assistenza, è verosimile che tutte le famiglie facciano domanda per il bonus. Ma proprio qui nasce il problema, anzi, il problema si propone leggendo ciò che c’è scritto nei commi 4) e 5), laddove si legge al comma 4): Qualora dal monitoraggio emerga il superamento, anche in via prospettica, del limite di spesa di cui al comma 5, l’INPS procede al rigetto delle domande presentate.
Mentre al comma 5 si legge: «I benefici di cui al presente articolo sono riconosciuti nel limite complessivo di 30 milioni di euro per l’anno 2020. Da non credere: se dividiamo per 1.000 l’importo del bonus, il valore economico del limite complessivo previsto, pari a 30 milioni di euro, risulta che il fondo è sufficiente solo per un massimo di 30.000 famiglie di professionisti. Ma se solo gli infermieri pubblici sono circa 260.000, la gran parte con famiglia, una volta aggiunti i medici, gli altri operatori sanitari e addirittura le forze di pubblica sicurezza e tutti gli altri soggetti che possono far domanda, quanti saranno gli infermieri che potranno concretamente beneficiare del bonus?”.
Questo lo dicevo meno di due mesi ora sono, l’articolo è ancora in rete sul Sole 24 ore. Ora, vogliamo renderci conto o no che siamo vittime di un ingranaggio i cui fili vengono mossi da personaggi incompetenti che certo non hanno a cuore le sorti dei sanitari?
Di fronte a uno scempio di questo genere, l’ennesimo, noi del Nursing Up non possiamo fare altro che dissotterrare gli strumenti di lotta e confermare che a settembre gli infermieri italiani riprenderanno in modo più forte che mai la loro protesta. Perché ogni santo giorno subiamo beffe come queste, annunciate ma non per questo meno amare. E poi, ancora soprusi e ingiustizie da parte di una politica che, forte della propria tracotanza, dimostra di non considerarci e che pare non aver ancora compreso che noi non ci fermeremo finché non avremo ottenuto ciò che di legittimo chiediamo» conclude De Palma.