Una call for start-up dal grande valore sociale: al via nell’ambito del Breast Cancer Innovation Hub, il progetto promosso da Pfizer e H-FARM, in collaborazione con Europa Donna Italia e Incontra Donna, la ricerca di start-up italiane ed europee impegnate nell’innovazione che potranno trovare soluzioni per migliorare la vita quotidiana e il benessere psicologico delle pazienti con tumore al seno metastatico.
Fino al 31 agosto le start-up potranno candidarsi cliccando qui.
L’iniziativa: “Breast Cancer Innovation Hub”
Breast Cancer Innovation Hub è un’iniziativa strutturata su più livelli che unisce la cultura digitale, l’innovazione tecnologica e lo start-up scouting con l’obiettivo di identificare gli ambiti in cui le pazienti sono supportate in modo meno efficace al fine di individuare e adottare nuove soluzioni che abbiano un impatto positivo sulla loro vita.
«Siamo convinti che per un’azienda come Pfizer, leader nello sviluppo di soluzioni terapeutiche innovative, sia fondamentale in questa era di significativi progressi coniugare l’impegno nella ricerca scientifica con progetti in grado di rispondere ai bisogni dei pazienti a 360 gradi – afferma Alberto Stanzione, Direttore Oncologia di Pfizer in Italia. – Il supporto allo sviluppo di idee innovative che, mettendo il paziente al centro, possano generare una risposta concreta e sostenibile al crescente bisogno di salute e di servizi, facendo fronte allo stesso tempo alla limitata disponibilità di risorse del sistema, rappresenta una delle modalità con cui intendiamo tradurre in pratica questo nostro impegno».
Il tumore al seno in Italia
In Italia sono più di 37.000 le donne che hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno metastatico: la sopravvivenza di queste pazienti negli ultimi anni è migliorata anche grazie alla maggiore efficacia delle cure e alla possibilità di accedere ai centri specializzati (Breast Unit).
Per le pazienti che ogni giorno convivono con questa malattia cronica la vita è spesso non facile, l’impatto sul lavoro e sulle relazioni è importante, per questo è necessario trovare soluzioni che semplifichino la quotidianità di queste donne e migliorino la loro qualità di vita.
«Uno dei bisogni più pressanti delle donne con tumore al seno metastatico è quello di mantenere contatti diretti con il proprio oncologo per sentirsi meno sole – sottolinea Michelino De Laurentis, Direttore Oncologia Medica Senologica, Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale, Napoli. – La comunicazione in oncologia è un aspetto rilevante ed è la base di una relazione di successo, ossia fondata su una piena fiducia reciproca tra il medico e il suo paziente. Se nel percorso di cura intra-ospedaliero questa comunicazione è presente, è completamente assente quando le pazienti tornano a casa per cui avvertono una sensazione di abbandono, perché di fatto sono sole.
Siccome il nostro SSN non prevede che il medico resti in contatto con i pazienti a domicilio, l’oncologo solo su base volontaria può mantenere dei contatti ma non ha nemmeno gli strumenti idonei per farlo se non quelli d’uso personale come cellulare, e-mail, WhatsApp, SMS. È necessario un passaggio evolutivo della comunicazione che preveda un’attività comunicativa extra-ospedaliera remota con nuove modalità che permettano di dedicare una parte del tempo lavorativo del medico e dell’infermiere al management domiciliare con tool tecnologici avanzati. Tutto questo migliorerebbe il flusso lavorativo dei medici e soprattutto la qualità di vita delle pazienti».
La survey “I bisogni delle pazienti”
I risultati della survey “I bisogni delle pazienti”, condotta con la collaborazione di Europa Donna Italia e Incontra Donna, evidenziano come:
- l’85,5% delle donne ritenga necessario instaurare un rapporto di fiducia e contatto diretto con il medico curante per sentirsi meno sole;
- oltre il 62% sente il bisogno di una personalizzazione dei servizi con prestazioni complementari alla terapie mediche;
- il 70% delle pazienti chiede di sapere ed essere più informata sulla malattia e su aspetti collaterali;
- infine, una paziente su due ritiene fondamentale un accesso alle cure semplificato così da snellire la burocrazia per prenotazioni e visite. Alla survey è seguito un workshop virtuale di condivisione dei bisogni emersi utile a strutturare la call per le start-up.
«Dar voce alle donne con tumore al seno metastatico è l’unico modo per contribuire concretamente a migliorare la loro qualità di vita – dichiara Rosanna D’Antona, Presidente Europa Donna Italia Onlus. – Per anni l’esperienza del tumore al seno è stata descritta come una battaglia che, seppur dura, si può vincere, mentre l’argomento metastasi è rimasto un tabù.
Solo da poco tempo si dà spazio alla voce anche di chi questa battaglia non l’ha vinta e che tuttavia convive con il tumore. Vengono così alla luce dati importanti sui bisogni quotidiani di queste pazienti che altrimenti resterebbero sconosciuti e ai quali si può e si deve offrire risposte, per eliminare il più possibile la sofferenza fisica e psicologica di queste donne e dar loro la possibilità di una vita piena affettiva, sociale e professionale».
Tre le aree sulle quali dovranno intervenire le start-up:
- Education (interazione medico-paziente, strumenti digitali per la comunicazione medico-paziente);
- Workflow simplification (strumenti digitali e tecnologici per semplificare l’attività medica giornaliera);
- Patient support (supporto psicologico, nutrizionale, riabilitativo, gestione della vita quotidiana, assistenza continuativa, strumenti tecnologici di prenotazione visite e controlli).
«Le donne con tumore al seno metastatico sentono la necessità di soluzioni innovative perché in queste ultime affidano la speranza di subire una sorte migliore delle amiche che hanno visto morire in questi anni – spiega Adriana Bonifacino, Presidente di Incontra Donna. – Tutte, ormai, tengono alla qualità della vita perché sanno che una vita prolungata senza qualità pone seri problemi per loro e per i loro cari. La speranza è nella ricerca e c’è consapevolezza dei progressi compiuti in questo senso, ma i margini di miglioramento ci sono e vanno orientati a migliorare sempre di più la quotidianità e il benessere psicologico di queste pazienti con le innovazioni che l’alta tecnologia può mettere a disposizione».
Il network H-FARM
Per individuare le migliori start-up, H-FARM metterà a disposizione del progetto il proprio network di 4,5 milioni di aziende attive in tutto il mondo, costruito in oltre 15 anni di esperienza.
«Siamo orgogliosi di essere stati coinvolti in questo progetto, così attento ai bisogni delle donne che soffrono di questa patologia, di cui non si parla abbastanza – dichiara Tomas Barazza, Head of Strategy & Innovation Culture di H-FARM. – Crediamo di poter dare il nostro contribuito con le competenze che ci contraddistinguono come centro dell’innovazione più importante in Italia e di supportare la ricerca di soluzioni e servizi che migliorino il benessere delle pazienti. Come H-FARM siamo sempre di più attivi nel settore dell’healthcare su diversi livelli: nello sviluppo di nuove strategie, nella creazione di contenuti fino alla promozione di mindset innovativi».