Obiettivo raggiunto: Grazie alle mobilitazioni di questi mesi, gli studenti universitari hanno raggiunto obiettivi che fino a ieri si consideravano impossibili: il rientro di una parte degli studenti nei loro alloggi.
La riapertura delle cucine degli studentati e il ritorno ai pasti caldi e cucinati in mensa sono conquiste parziali ottenute grazie all’azione concreta di tanti studenti che – rifiutando le vecchie dinamiche della mediazione al ribasso – hanno partecipato attivamente alla lotta per la tutela del proprio diritto allo studio.
Obiettivo raggiunto
L’azione portata avanti ieri (sabato) nella mensa di via Trentino, che è consistita nell’offrire a tutti gli studenti un pasto alternativo ai soliti sacchetti d’asporto (ancora previsti per il sabato), ha avuto lo scopo e il merito di coinvolgere e includere un maggior numero di universitari nella protesta, di allargare e compattare il fronte degli studenti che in questi mesi si è battuto contro le decisioni prese dall’ERSU nella gestione di quest’emergenza.
Sono ancora troppe le battaglie da portare avanti, troppi i problemi ai quali l’ente non sembra voler porre rimedio: per questo motivo, noi studenti non siamo intenzionati a mollare né a permettere che l’ente si adagi sulle disposizioni attuate, ma anzi continueremo a esercitare tutta la pressione necessaria a conquistare quanto ci spetta.
Le nostre rivendicazioni sono le seguenti:
– Indennizzo immediato: per tutti gli studenti delle Case che a marzo sono stati costretti ad abbandonare il proprio alloggio e che successivamente si son visti vietare il rientro fino agli inizi di luglio. Riteniamo che l’indennizzo di 400 euro, proposto dall’ente a seguito delle nostre mobilitazioni, sia del tutto insufficiente a coprire quanto dovuto.
– Posti letto dimezzati: dal primo luglio, a molti studenti è stato finalmente permesso di rientrare nelle Case, ma non a tutti: la trasformazione delle stanze doppie in singole ha comportato una pesante riduzione dei posti letto disponibili. Questa situazione, già insopportabile per luglio, si riproporrà l’anno prossimo. Riteniamo che l’ente debba impegnarsi sin da ora a garantire una soluzione a questo problema.
– Mense, ancora problemi e disagi: riapre la mensa di via Trentino, ritornano i pasti caldi, ma solo cinque giorni su sette. Sabato ancora con l’odiato sacchetto, mentre la domenica la mensa resta chiusa, e tutti i pasti devono ancora essere prenotati. Si tratta di una soluzione insoddisfacente che riguarda per altro solo il mese di luglio. Per settembre brancoliamo nel buio, in assenza di un nuovo accordo tra ERSU e Pellegrini. Anche qui, l’ente ha il dovere di trovare una soluzione entro la fine dell’estate, se non vorrà ancora una volta far ricadere il prezzo delle sue mancanze sulle spalle degli studenti.
– Rimborso pasti: per tutti gli studenti che hanno dovuto sopportare spese ingenti per il cibo, per tutto il periodo in cui le mense sono rimaste chiuse. Riteniamo che i pasti non utilizzati in questi mesi, e comunque pagati in anticipo dai borsisti, debbano essere restituiti: agli studenti dev’essere lasciata la scelta se vederseli scalati al prossimo anno o se riavere indietro le quote corrispondenti.
– Regole troppo stringenti nelle cucine degli studentati: le regole imposte con la riapertura delle cucine sono troppo stringenti, tali da creare più disagi per tutti gli studenti. Riteniamo sia più funzionale l’apertura per tutto il giorno, con ingressi limitati a due persone per volta, e con eventuale divieto d’accesso durante i soli orari di effettiva sanificazione.
La situazione che si prospetta per quest’autunno – già da settembre – è tutt’altro che rosea, ma l’ente ancora una volta sembra aver abdicato al proprio ruolo, che è quello di rimuovere gli ostacoli e le difficoltà che si frappongono tra gli studenti e il loro diritto allo studio. Esemplificativo, da questo punto di vista, è il trattamento che gli studenti con disabilità hanno ricevuto dall’ente in questi mesi, studenti per i quali le problematiche relative alle cucine nelle case e all’apertura delle mense sono fonte di ancora maggiore disagio.
Se questi sono dunque i presupposti, gli studenti non staranno a guardare e si faranno trovare preparati.