Nella mattinata di ieri gli investigatori della Terza Sezione – Reati contro la Persona – della Squadra Mobile, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare della custodia in carcere a carico di un settantenne cagliaritano per atti persecutori ai danni di una donna di circa 50 anni, anch’essa cagliaritana, sua vicina di casa.
La misura costituisce l’esito di un’ordinanza di aggravamento di misura cautelare a seguito del perseverare dell’uomo e delle reiterate violazioni delle prescrizioni precedenti.
Il settantenne, non nuovo a questo tipo di condotte, era stato denunciato per atti persecutori dalla donna dopo che, nonostante l’ammonimento del Questore di Cagliari, aveva continuato a molestarla e minacciarla: controllava i movimenti della vittima e delle persone che accedevano nella sua abitazione; la minacciava ogni volta che la incontrava, facendo squillare in tutte le ore del giorno e della notte il telefono di casa arrivando a salire sul tetto la notte e produrre dei rumori in modo da impedire alla donna di riposare. A questo seguivano recapiti di lettere minatorie “anonime”, oltre a danneggiamenti vari.
All’uomo era stato notificato anche l’ammonimento del Questore, ma nonostante ciò tali comportamenti sono continuati; la situazione non è migliorata neanche a seguito dell’applicazione, in un crescendo di afflittività, di misure cautelari da parte dell’Autorità Giudiziaria: dapprima con l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria, successivamente attraverso il divieto di avvicinamento alla persona offesa, ripetutamente violate e, da ultimo, il divieto di dimora nella città di Cagliari. Negli ultimi due mesi l’uomo si è reso protagonista di ulteriori condotte vessatorie e minacciose nei confronti della donna, in totale spregio e insofferenza per le regole e le prescrizioni, ma soprattutto evidenziando l’ostinata volontà di creare disagio e turbamento nella vita della vittima.
Il cagliaritano, nonostante abbia cercato in tutti i modi di ingannare le Forze dell’Ordine circa alla sua attuale dimora, è stato rintracciato e ieri è stato trasferito nel carcere “Ettore Scalas” di Uta a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.