Covid-19 e riciclo della plastica – Quanto e come hanno inciso i mesi di lockdown sulla filiera della raccolta e del trattamento degli imballaggi in plastica e quali indicazioni giungono da un periodo così difficile per prospettare un futuro di maggiore efficienza in questo ambito?
Domande a cui ha tentato di dare risposta uno studio avviato da Corepla, il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, in collaborazione con SUSDEF, la Fondazione Sviluppo Sostenibile.
Covid-19 e riciclo della plastica: un rapporto da analizzare
La prima parte dello studio è stata presentata ieri nel corso di un webinar dal titolo “Raccolta e Riciclo degli Imballaggi in Plastica, un’opportunità di crescita sostenibile per il Paese – Gli effetti del Covid-19 sulla filiera della gestione dei rifiuti di imballaggi in plastica”, appuntamento d’avvio del nuovo ciclo dei Corepla Green Talks.
La fotografia registra, in prima battuta, un incremento dell’8% dei quantitativi di rifiuti di imballaggio in plastica gestiti da Corepla nel bimestre marzo-aprile 2020, in rapporto allo stesso periodo del 2019; un aumento, quest’ultimo, in controtendenza rispetto alla riduzione dei consumi (-4%) e della produzione dei rifiuti urbani (-10/14%) del medesimo periodo.
La quarantena ha indotto importanti modifiche nei comportamenti dei consumatori, che hanno privilegiato l’acquisto di generi alimentari imballati, incrementato gli acquisiti online e del cibo da asporto. Nel secondo bimestre 2020 sono cresciuti anche i quantitativi sia dei rifiuti di imballaggio avviati a riciclo sia di quelli valorizzati tramite recupero energetico.
Nello stesso periodo, una forte criticità si è manifestata sia a causa della chiusura delle attività commerciali e produttive, sia per il brusco arresto dell’export dei rifiuti urbani: in 7 settimane di lockdown è stata bloccata l’esportazione di oltre 16.000 tonnellate di rifiuti urbani.
In più, il blocco quasi totale del settore delle costruzioni ha fortemente ridotto l’utilizzo della porzione di imballaggi non riciclabili meccanicamente (Plasmix) come combustibile nei cementifici. Tale settore rappresenta il 75% circa dell’utilizzo del Plasmix.
Queste cause, unite alla saturazione della capacità disponibile negli impianti nazionali nel secondo bimestre 2020, hanno provocato da una parte, l’aumento della quota di rifiuti di imballaggio destinata a riciclo in impianti esteri (+27%, ovvero 3mila tonnellate), e dall’altra la crescita della percentuale conferita a termovalorizzazione.
La chiusura di alcune settori operativi utilizzatori di materie prime seconde, le forti difficoltà nella movimentazione delle merci e la ridotta capacita disponibile negli impianti di termovalorizzazione hanno spinto, come ultima ratio, anche alla crescita del conferimento in discarica (circa 42mila tonnellate in più rispetto all’anno precedente).
In sostanza, il sistema ha dato prova di grande resilienza, riuscendo a individuare soluzioni senza ulteriori ripercussioni sulla collettività per garantire lo svolgimento del servizio essenziale anche in un momento di enorme criticità. La tenuta del sistema è stata garantita grazie a interventi straordinari, in assenza dei quali la filiera avrebbe rischiato la chiusura e che hanno evidenziato le carenze strutturali impiantistiche e del mercato nazionale delle materie prime seconde, rispetto alle quali occorrerà lavorare di concerto con le istituzioni per evitare crisi future.
Forte crescita della RD imballaggi in plastica nel 2019: a guidare la classifica Valle d’Aosta e Sardegna, con oltre 31 kg per abitante.
Corepla è il Consorzio nazionale senza scopo di lucro per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica al quale aderiscono 2.572 aziende con una filiera composta da 35 centri di selezione, 77 impianti di riciclo e 32 preparatori e utilizzatori di combustibile da rifiuti.
Nel 2019 sono state oltre 1.370.000 le tonnellate di plastica raccolte in modo differenziato, ovvero il 13% in più rispetto al 2018. Un nuovo record in termini di quantità trattata, che porta l’Italia a un procapite medio annuo di 22,8 kg. A guidare la classifica Valle d’Aosta e Sardegna, con oltre 31 kg per abitante.
“Un risultato mai raggiunto prima – ha dichiarato il Presidente di Corepla Antonello Ciotti – per gli oltre 7.000 Comuni che hanno avviato il servizio di raccolta. Con una media di circa 23 kg/abitante anno di RD il sistema italiano del riciclo degli imballaggi in plastica è tra i primi in Europa. Siamo certi che, lavorando così assiduamente nell’attività di sensibilizzazione di tutti gli attori e nello sviluppo di nuove tecnologie, riusciremo a vincere la sfida dell’economia circolare e saremo pronti a contribuire al raggiungimento degli ‘sfidanti’ obiettivi che la EU pone per il 2025 per il nostro Paese”.
Il servizio di raccolta e riciclo è ormai capillare in tutto il Paese: sono 7.345 i Comuni serviti (92%) e 58.377.389 i cittadini coinvolti.
Il valore economico direttamente distribuito dal Consorzio ammonta complessivamente a 760 milioni di euro, dove la quota di valore principale resta quella destinata ai Comuni e/o convenzionati da loro delegati.
Nel corso del 2019 il corrispettivo riconosciuto da Corepla ai Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha infatti raggiunto i 400 milioni di euro. Oltre 185 milioni sono stati destinati agli impianti che selezionano gli imballaggi dividendo la plastica per polimero e alcuni polimeri come il PET anche per colore, dando così maggior valore al prodotto selezionato.
Lo scorso anno sono state riciclate 617.292 tonnellate di rifiuti di imballaggio in plastica, prevalentemente provenienti da raccolta differenziata urbana (sono incluse le quantità provenienti dalle piattaforme da superfici private e dai Consorzi autonomi). Sono stati recuperati anche quegli imballaggi che ancora non possono essere riciclati.
Corepla ha avviato a recupero energetico 445.812 tonnellate che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili. ll materiale avviato da Corepla a recupero è stato destinato per il 75% a cementifici (41% in Italia e 34% all’estero) e per il restante 25% a termovalorizzazione. Alle cifre della gestione consortile, vanno aggiunti i quantitativi di imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali (287.000 tonnellate) per un riciclo complessivo di oltre 1 milione di tonnellate e la quota di imballaggi presente nell’RSU avviati a recupero di energia (567.510 tonnellate).
Dei 2.084 milioni di tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato e di pertinenza Corepla nel 2019, il Sistema Italia è riuscito quindi a recuperarne 1.917.614, che corrisponde al 92%.