“La suinicoltura in Sardegna non è legata esclusivamente a un aspetto economico o prettamente alimentare ma è anche, e soprattutto,
importante elemento culturale ed antropologico che merita di esser rispettato nella sua specificità.”
Afferma Dario Giagoni, capogruppo Lega in Consiglio Regionale nonché primo firmatario della proposta di legge
“Il contenuto della LR 28/2018 per quanto presenti nel suo insieme alcuni articoli che ritengo essere apprezzabili e certamente innovativi, dall’altro ne annovera alcuni che necessitano di modifiche.
Per fare un esempio, la legge attualmente in vigore prevede solo due tipologie di allevamento: familiare e professionale.
Con la modifica all’articolo 4 della legge n.28 miriamo a riformulare la definizione di allevamento familiare al fine,
anche e soprattutto, di riconoscere e salvaguardare la tradizione millenaria atta ad allevare e produrre in proprio il maialetto per autoconsumo.
Consentiremo così di detenere all’interno dell’allevamento familiare tre scrofe e un verro, con il vincolo di consumare i prodotti in ambito esclusivamente familiare,
introducendo inoltre la possibilità, su base volontaria, di prediligere la riproduzione con fecondazione artificiale.
Un’opzione questa che garantisce risparmi economici e al contempo vantaggi di tipo sanitario.
Prevista inoltre, nel testo da noi proposto, la possibilità di utilizzare strutture amovibili a ridotto impatto ambientale
adibiti a ricovero per gli animali in grado di rispettare le esigenze di benessere dei suini e al contempo facilmente trasferibili durante l’obbligatoria rotazione delle superfici recintate.”
Prosegue il leghista “Viene poi prevista una maggior attenzione per quanto concerne la nascita di macelli aziendali,
locali di trasformazione e stagionatura in grado di riprodurre i prodotti tipicamente sardi con materiali e tecniche facenti parte della nostra tradizione,
mirando anche ad andare incontro alla necessità di differenziare il carico sostenibile per gli allevamenti di tipo semibrado inerenti l’allevamento biologico e/o ricadenti in zone vulnerabili da nitrati di origine agricola,
da quelli ricadenti nelle zone “ordinarie”, ossia in zone non vulnerabili.
Con il medesimo spirito di preservazione abbiamo ritenuto necessario sottolineare ulteriormente il distinguo tra l’allevamento della razza sarda in purezza,
ormai ritenuta in via d’estinzione, dagli allevamenti di altre razze e incroci certificati.
Un rispetto per il nostro patrimonio storico, culturale e sociale che non può prescindere dalla difesa dell’immenso patrimonio genealogico che gli esemplari di razza sarda rappresentano.”
Prosegue il consigliere “Dopo lo stanziamento dei 4.000.000 di euro a favore del comparto, che come partito abbiamo fortemente chiesto e voluto,
portare avanti in tempi brevi l’approvazione di questa proposta di legge sarà per noi ennesimo segnale di attenzione e dedizione al mondo della zootecnia in generale e del suinicolo nello specifico.”