Intelligenza artificiale, chatbot, blockchain, identità digitale, IoT, robotica, cybersecurity e 5G sono le parole chiave che si ritrovano nel suo libro.
Crede che l’innovazione possa essere veramente la chiave di volta per il rilancio del turismo?
Il turismo è una delle industrie più digitalizzate e con gli effetti della pandemia che hanno evidenziato un’adozione di massa di nuove tecnologie, l’innovazione deve diventare una priorità.
Sono cambiati i nostri comportamenti e le nostre abitudini e sempre di più chi viaggia sente la necessità di essere rassicurato da informazioni attendibili ed aggiornate sulle regole sanitarie,
su possibili repentini cambi di orari e cancellazioni e sugli esercizi aperti o chiusi.
È necessario comprendere quanto sia necessario porre il turismo al centro dell’Agenda Digitale che per anni ha completamente trascurato questo importante comparto.
Sono stati stanziati molti fondi per finanziare le start up attraverso il miliardo di euro del Fondo Innovazione gestito da Cassa Depositi e Prestiti e speriamo che si comprenda quanto sia importante sostenere le piccole e medie imprese turistiche nell’ adeguarsi alle attese di chi viaggia anche sotto l’aspetto digitale.
In sintesi la risposta è sì, serve un impegno “poderoso” per accompagnare le imprese e le destinazioni verso la trasformazione digitale.
Parla di un “Super Traveller” sempre connesso e con nuove esigenze, come stanno rispondendo i grandi operatori online ai suoi bisogni?
La dinamica dei nuovi mega trend turistici vede i grandi operatori protagonisti di nuovi approcci che riguardano l’intermediazione,
in particolare con l’impegno diretto di Google verso la commercializzazione e l’uso delle mappe come infrastruttura di interazione e le sperimentazioni di Amazon nella commercializzazione di ticket aerei e di trasporto.
Le esperienze live on-line durante il periodo dello lockdown hanno costituito una fonte di revenue sostitutive che ha parzialmente attenuato l’abbattimento di fatturato e molti musei e poli culturali hanno provato a digitalizzare l’offerta offrendo visite virtuali.
Niente sarà più come prima e si sono aperti scenari per nuovi servizi che avrebbero necessitato di anni per raggiungere il grande pubblico.
Anche l’interazione sarà sempre meno fisica e touchless con la diffusione di sistemi di self check in, la ricerca vocale e i chatbot diventeranno sempre più un’abitudine.
La sicurezza informatica è fondamentale per poter acquistare e navigare sulla rete senza incorrere in pericoli e furto di dati. Ha qualche consiglio da darci?
Come dice Eugene Kaspersky nella prefazione del libro quando viaggiamo siamo simili ai navigatori di un tempo che erano soggetti ai possibili attacchi di pirati in mare aperto.
Abbiamo una percezione molto approssimativa dei rischi a cui siamo soggetti quando siamo lontani dalle nostre abitazioni e dei nostri uffici.
Connettersi a reti WiFi aperte o consegnare i nostri documenti e le nostre carte di credito in mano di operatori spesso disattenti alla protezione dei nostri dati, costituisce un fattore di rischio di cui c’è poca consapevolezza.
Tutte le tecnologie che governano impianti e sistemi gestionali di domotica e building automation sono potenzialmente vulnerabili e in ambito turistico sono già successi episodi molto gravi
che hanno costretto gli operatori a intervenire dopo aver subito attacchi e ricatti che presuppongono il pagamento per essere liberati da hacher che causano i cosiddetti denial of service.
La pandemia di Covid-19 ha accelerato il cambiamento digitale e fatto crescere la domanda di nuove competenze digitali. Quali sono oggi le figure più ricercate?
Come ha illustrato Mauro Nicastri Presidente di AIDR nel suo contributo al libro, le nuove tecnologie generano un bisogno di competenze innovative che sono difficili da trovare sul mercato.
Il sistema formativo deve adeguarsi rapidamente poichè spesso è fermo a modelli superati e non è ancora stato in grado di offrire strumenti idonei a soddisfare questa domanda.
È necessario un grande impegno per aggiornare le nostre risorse accademiche e per costruire percorsi aggiornati e coerenti con le esigenze del mercato.
L’investimento avrebbe un ritorno anche rapido iniettando risorse in grado di attenuare la dipendenza dalle piattaforme internazionali e favorendo la creazione di imprese capaci di generare nuova occupazione qualificata.
È un auspicio soprattutto per le aree del Paese a più alto potenziale di crescita in particolare al Sud, dove si possono creare opportunità di sviluppo per l’imprenditorialità giovanile e femminile.
Su questi temi l’osservatorio turismo dell’Associazione Italian Digital Revolution, che coordino, è da sempre molto attiva e propositiva,
e nel prossimo futuro intendiamo sviluppare nuove iniziative che diffondano la cultura della trasformazione digitale, nel contesto delle istituzioni e dell’industria turistica.